Prof contro
prof. Al liceo classico c'è maretta fra i docenti di latino e greco,
colonne portanti dell'indirizzo, e quelli delle discipline letterarie
abilitati, da quest'anno, a rosicchiare un po' delle loro ore.
La storia è questa. Da sempre il prof di latino e greco è il re del
classico. Al ginnasio la maggior parte delle ore sono le sue. Al super
insegnante di lettere antiche spetta la formazione di base dello
studente. Fino ad oggi, almeno, era così.
Ma la Gelmini ha cambiato le carte in tavola e nei licei monta la
protesta, con un appello firmato da oltre 200 docenti che sta facendo
il giro delle redazioni e delle scuole. Da quest'anno, infatti, il
ministero spalanca le porte del ginnasio per l'insegnamento di
italiano, storia, geografia, latino anche a chi è abilitato per queste
materie ma non per il
greco.
I tagli hanno fatto saltare tanti posti e bisogna piazzare gli
insegnanti in esubero. Ai super laureati di lettere antiche è stato
chiesto di fare spazio ai colleghi. Molti di loro perderanno ore e
saranno suddivisi su più classi e cattedre e, soprattutto, come
scrivono i docenti nel loro appello, ci sarà una caduta della «qualità
della didattica delle lingue classiche: diventerà prassi abituale
dividere l’insegnamento ginnasiale del latino e del greco, discipline
caratterizzate da un elevatissimo grado di interdisciplinarità e
pertanto comprensibili più efficacemente se affidate ad uno stesso
docente».
D'ora in poi i due mondi si separeranno. Ai ragazzi potrà capitare che
il loro bravissimo insegnante di latino debba fare un collegamento con
un testo greco di cui, però, saprà leggere solo la versione italiana.
Per non parlare di eventuali comparazioni fra autori. Insomma,
inevitabilmente chi avrà le due materie assegnate a insegnanti diversi
si troverà di fronte ad una preparazione un po' depotenziata.
Ma non finisce qui. Mentre ai prof di latino e greco è stato chiesto di
fare spazio ai colleghi, per loro le porte degli altri licei e istituti
restano sbarrate: «In seguito alla revisione delle classi di concorso,
gli insegnanti abilitati in italiano, storia e geografia, oltre che
negli istituti tecnici e professionali, potranno accedere ai licei
(escluso il classico) - spiegano i docenti nel loro appello che riporta
oltre duecento firme - gli insegnanti abilitati anche in latino, oltre
che nei licei e istituti magistrali, potranno accedere al biennio del
liceo classico (la loro presenza nel triennio del suddetto liceo era
già contemplata)».
E gli insegnanti abilitati anche in greco? «Anziché essere promossi,
sono stati bocciati. Potranno insegnare solo al liceo classico, come
del resto è sempre stato, e fin qui nulla di male, ma se prima avevano,
per così dire, l’esclusiva, adesso dovranno cedere una parte delle loro
ore ad altri docenti». Insomma, è guerra fra poveri. E c'è già chi
parla di «morte del liceo classico».
Mentre fra i presidi serpeggia un sospetto: «Ora che il latino è
diventato opzionale allo scientifico, il passo perché il greco sia
opzionale al classico è breve». Il tutto per motivi di risparmio. E se
per i docenti di ruolo la nuova vita sarà dura, per i precari si
tradurrà con una minore possibilità di accaparrarsi contratti e
assunzioni. Eppure il super prof di latino e greco ha anni di studi
duri e approfonditi alle spalle. Chi vorrà, in futuro, sobbarcarsi
questo sforzo se le porte dell'insegnamento, poi, restano sbarrate? Per
questo i prof chiedono al ministro Gelmini che «venga attribuito
esclusivamente ai docenti della classe A052 (latino e greco)
l'insegnamento di materie letterarie nel biennio del classico, come
avveniva prima del riordino e come è previsto dalla legislazione
vigente».
(http://www.ilmessaggero.it)
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