Sono oltre
11.000 gli studenti fermati a giugno per problemi comportamentali: si
tratta di una proiezione del Miur molto realistica perché riguarda il
90% degli istituti superiori. La metà dei giovani ribelli, autori di
comportamenti gravi e reiterati nel corso dell’a.s., è concentrata al
primo anno: dopo i 15 anni gli episodi gravi si riducono
gradualmente.
Ormai è solo questione di dettagli. La sostanza, il dato che
conta, è che anche nell’anno scolastico da poco terminato, il
2009/2010, il numero di bocciati per motivi comportamentali è rimasta
alto: ad oggi, con circa il 90% delle scuole che hanno fatto pervenire
a viale Trastevere in tempo debito gli esiti dei propri scrutini, la
proiezione ci dice che il numero di respinti per aver preso 5 in
condotta nello scrutinio di fine anno scolastico è di oltre 11.000
studenti alle superiori e quasi 2.000 alle medie. Ciò significa che più
o meno siamo sui livelli da record dello scorso anno.
Confermato anche il dato che vuole concentrati nelle prime classi delle
superiori i giovani più irascibili ed incontrollabili: quasi la metà,
più di 5.000, hanno infatti tra i 14 ed i 15 anni ed hanno frequentato
il primo anno di scuola superiore. Quella, del resto, è un’età durante
la quale gli impulsi prevalgono sulle ragioni. E a poco servono le
indicazioni ed i consigli dei docenti, soprattutto quando altrettanto
non è stato fatto, per varie ragioni, nella famiglia d’appartenenza. In
questi casi, anzi, non di rado il passaggio da pessimo
comportamento ad atti di vero e proprio bullismo non è poi così
lungo.
Per la maggior parte dei ragazzi è solo questione di tempo: passato il
periodo della ribellione, spesso subentra maggior buon senso. Ed anche
se la poca disciplina quasi sempre rimane, non è però più così
spiccata. Tanto che il numero di studenti fermati per il pessimo
comportamento decresce con il passare degli anni: al secondo superiore
sono già meno della metà ad incappare nella sanzione più grave di fine
anno; al terzo ed al quarto tra i 1.500 ed i 1.770; al quinto anno,
quello della maturità, diventano appena 600 in tutta Italia. Chissà se
in qualche modo a soffocare la voglia di goliardia e di ribellione non
sia il timore degli Esami di Stato? O, più probabilmente, il fatto che
nel frattempo i bulli più ostinati hanno abbandonato la scuola?
(di A.G. da LaTecnicaDellaScuola)
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