Per l'inizio del
nuovo anno scolastico c'è ancora tempo, le regioni più celeri
partiranno solo il 12 settembre, ma una parte dei sindacati, personale
precario e studenti hanno già la testa rivolta al dopo l'estate: le
circa 67mila assunzioni accordate dal Mef e sottoscritte all'Aran da
tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto - Cisl, Uil,
Snals e Gilda - non hanno cancellato il malcontento per la gestione di
un settore, quello dell'istruzione, su cui il governo attraverso le
ultime manovre economiche continua ad applicare tagli alle risorse ed
agli organici.
Tra i più critici contro l'operato del governo ci sono ancora una volta
i sindacati di base: è di queste ore l'annuncio fatto da Stefano
d'Errico, segretario nazionale Unicobas, della proclamazione dello sciopero del
comparto scuola per il 7 ottobre, contro quella che definisce,
riferendosi alla legge finanziaria approvata alcuni giorni fa, "una
controriforma minimalista che smantella la qualità del sistema
formativo italiano a vantaggio dei diplomifici privati".
L'Unicobas contesta anche il via libera giunto delle altre
organizzazioni di settore al piano di assunzioni: "introduce
un'inaccettabile ribaltamento del diritto del lavoro con la clausola
dell'azzeramento della carriera" poiché, sottolinea d'Errico, "la
stragrande maggioranza dei neoassunti ha meno di 8 anni di supplenze e
percepirà aumenti d'anzianità solo dopo altri 8 anni dall'assunzione,
anziché dalla fine del secondo anno".
Tra le novità contestate dall'Unicobas c'è anche il nuovo liceo
scientifico, privato del latino, il frazionamento della cattedra di
lettere al ginnasio, dove italiano, latino e greco verranno affidati a
differenti insegnanti, alcuni dei quali non sarebbero sempre in
possesso delle conoscenze necessarie. D'Errico ha fatto anche sapere
che "l'Unicobas ha già opposto ricorso al Tar del Lazio contro il
riordino delle classi di concorso e sta avviando una class-action
nazionale anche per gli insegnanti tecnico-pratici, di geografia,
informatica e stenodattilografia, vittime sacrificali designate".
In difesa dei docenti di geografia si è mosso ufficialmente il
Consiglio nazionale dell'associazione italiana insegnanti di Geografia
scrivendo una lettera di protesta al ministero dell'Istruzione.
Secondo l' Aiig le nuove classi di
insegnamento starebbero "producendo pesanti danni a docenti di
Geografia, costretti a lasciare la loro sede scolastica, se
superati nelle graduatorie da docenti di Scienze con maggior punteggio.
Egualmente grave è la condizione dei docenti di Geografia non di ruolo,
che non riescono a trovare possibilità di collocazione, scavalcati come
sono - conclude l'associazione di geografi - da docenti di altra
estrazione disciplinare".
Le proteste prenderanno il via già il primo giorno di settembre, quando
gli iscritti al sindacati Sisa si sono dati appuntamento davanti al
Miur, per allestire un presidio permanente: alla manifestazione
parteciperà anche l'associazione Mida (Movimento insegnanti da
abilitare), che ha invitati tutti i docenti precari "non" abilitati ad
aderire in "massa. I precari intendono far rivedere i dirigenti
dell'Istruzione dall'idea di bandire i nuovi concorsi abilitanti solo
in base alle necessità numeriche di ogni regione. In questo modo, con
il numero chiuso, tanti candidati docenti, con anni di servizio alle
spalle, si vedrebbero sbarrata la strada all'insegnamento. "Questa
manifestazione - spiega Barbara Bernardi, coordinatore Mida - non è
contro i colleghi abilitati, a cui però ricordiamo che il nostro
disagio è più grande del loro. La loro presenza in graduatorie ad
esaurimento garantisce in futuro la possibilità di 'conseguire il
ruolo', fattore che a tutti noi viene al momento negato". Un appello a
rivedere le modalità di accesso ai cosiddetti Tirocini formativi attivi
è giunto, in settimana, anche da Maurizio Lupi, vicepresidente dei
deputati, e Mario Mauro, parlamentare europeo, entrambi del Pdl. Non
stanno a guardare nemmeno gli studenti. Da domani, fino al 5 agosto,
almeno 1.500, appartenenti a scuola, università e accademie di
formazione artistica, raggiungeranno il villaggio camping Lamaforca,
vicino Ostuni, per partecipare al campeggio nazionale studentesco "Riot
Village", giunto alla quinta edizione. Dibattiti, talk show, assemblee
studentesche, presentazioni di libri si alterneranno alla presenza di
ospiti della scena culturale e politica italiana, attorno ad alcuni
temi principali, come il diritto allo studio e il rilancio del
movimento studentesco nel prossimo autunno: hanno assicurato la loro
presenza da Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia, Maurizio
Landini, della Fiom, Vittorio Agnoletto, leader del Genoa Social Forum,
e la a giornalista Giuliana Sgrena.
(TMNews)
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