Nel diritto civile pacta sunt servanda esprime il principio della vincolatività di un contratti. Nel diritto italiano il principio viene stabilito dall'art. 1372 del codice civile: “Il contratto ha forza di legge tra le parti. Non può essere sciolto che per mutuo consenso per cause ammesse dalla legge”. Non ho fatto studi giuridici profondi ma dalle parole capisco che, le parti sono vincolate a rispettare l'impegno assunto nel contratto e non possono sciogliersi dal vincolo contrattuale per volontà unilaterale, bensì solo: con un nuovo contratto (mutuo consenso) o per cause ammesse dalla legge. Non voglio neppure intentare causa allo Stato per il mancato rispetto delle clausole contrattuali, anche perché siamo in “vacanza contrattuale” e fino al 2014 ogni mese ho 13,11 € lorde in più sullo stipendio che (col 38% di aliquota) fanno 8,12 € nette. Chiù scuri di menzanotti nun po’ fari. Siamo in “vacatio” già da 19 mesi, più una tredicesima. Io sono nel mio terzo giorno di ferie (32 gg.+ 4) e di sicuro non farò viaggi né all’estero, né all’interno. Intanto penso alla strategia per l’a. s. 2011-12. Dopo la finanziari tremontiana del 2010 la presa di posizione condivisa. tra i lavoratori della conoscenza, è stata molteplice: Rifiuto di approvare il POF e le funzioni strumentali (Art. 33), blocco delle gite-viaggi di istruzione, non adozione dei libri di testo, indisponibilità per le ore eccedenti incentivate (Art. 30) ed extra contratto (come le prove Invalsi).
Il
vecchio prof non vuole fare né il Don Chisciotte della Mancia né il
Masaniello
di turno. Diceva don Primo Mazzolari: “Obbedisco in piedi!”. Dopo le ferie si continuerà il braccio di
ferro con il MEF=MIUR, dal momento che la manovra 2011 ha aggravato
ancora la
situazione nel pianeta scuola. La mia è una proposta di dare seguito
alle
azioni di resistenza pacifica gandhiana attuata lo scorso anno ed
aggiungere
l’osservanza solo formale del CCNL, attuando una sorta di sciopero
bianco (Pacta
sunt servanda). Da settembre in avanti lavorare il minimo
indispensabile per
andare contro legge.
L’art.
26 descrive la funzione docente. OK, tranne che, se le famiglie
vorranno essere
informate si dovranno rivolgere all’ufficio di presidenza, per
qualsiasi
informazione didattica.
L’art.
27 delinea il profilo professionale docente. OK. Due cose dobbiamo fare
bene
noi insegnati: sapere spiegare e sapere interrogare/valutare in modo
documentale, durante le ore di servizio.
L’art.
28
passa in rassegna le attività di insegnamento che scaturiscono poi
dalla nomina
oraria per ogni docente, firmata dal DS. Su questo articolo non si può
transigere, compresi sui 5 minuti
prima dell'inizio delle lezioni e ad assistere all'uscita
degli alunni medesimi (Art. 29,5)
L’art.
29 si interessa delle attività funzionali all’insegnamento. Viene
introdotto il
tetto massimo obbligatorio di 40 ore per la partecipazione agli organi
collegiali. Non si parla del minimo e quindi, come dicevano gli
antichi: “U
supecchiu è comu u mancanti”. Basta essere presenti a turno (per non
non cadere
nell’ostruzionismo), ai collegi dei docenti e ai consigli di classe.
Per la
preparazione delle lezioni ed esercitazioni, siccome contratto e scatti
sono
blocccati, basta proporre le stesse “cose” del 2009 e la correzioni la
faremo
durante le ore di lezione e non più
nelle ore libere o a casa. Gli scrutini sono obbligatori, però che sia
solo e
soltanto quadrimestre e mai più valutazione trimestrale. E poi
rifiutare tutti
gli incarichi inerenti il funzionamento della scuola azienda. Fare il
massimo
per gli alunni, secondo contratto e il minimo per la scuola che ci paga
come 4
anni addietro.
Gli
art.
34 e 35 sulle attività di collaborazione con il proprio DS e gli altri
DS sono
stati praticamente vanificati dall’art. 19 della manovra
“Tremontana” 2011.
Nell’ottobre
del 2008, la Gelmini, ministra del MIUR
ma senza un solo giorno di docenza, leggeva ai Senatori un testo
scritto con la
velocità di un caterpillar e inciampando sull’accento della parola
mitologia
ègida (non egìda): "E'
stato detto, e non è vero, che diminuiremo
gli insegnanti di sostegno. E' stato detto, e non è vero, che
licenzieremo
87.000 insegnanti. E' stato detto, e non è vero, che diminuiranno le
classi a
tempo pieno. Un'opportunità che invece, da ministro, intendo
incentivare. E'
stato detto, e non è vero, che chiuderemo le scuole delle piccole isole
e
quelle di montagna, atto che il ministro non potrebbe mai sognarsi di
compiere.
Chi mi ha preceduta nel ruolo di ministro ha cercato di cambiare la
scuola e non ha avuto un percorso agevole;
ma questa fatica merita di essere compiuta;
la
devo al Paese, ai ragazzi, alle famiglie, agli insegnanti, a coloro che
si
aspettano e meritano una scuola migliore, come recita la Costituzione,
aperta a
tutti, che distribuisca pari opportunità". La Gelmini dice di far parte
del “governo del fare”; sì, del “fare poco
e male” del fare skyphos (nel senso
etimologico). Anche a lei, che è avvocato, ricordiamo
che “pacta sunt servanda”.
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com