Sembra di rivivere
la scena ripetuta di un film visto fin troppe volte, e ciò,
inevitabilmente, porta a svilire il senso di ogni azione. Protagonisti
sono ancora una volta i precari della scuola che in tutta Italia stanno
partecipando ai sit-in organizzati dalla Flc-Cgil per protestare contro
i tagli del Governo ed evidenziare la crisi nella
scuola.
Secondo l’associazione di categoria «si sostanzia un precariato in
aumento. Ai tagli lineari, infatti, si aggiungono le nuove norme per il
dimensionamento delle istituzioni scolastiche che si pretendono
applicabili dal 1 settembre 2011, la mobilità di centinaia di dirigenti
ai quali non verranno riconfermati gli incarichi nelle scuole con meno
di 500 alunni e la cancellazione di un migliaio di esoneri e
semiesoneri dei vicari nelle scuole di dimensioni maggiori. Il problema
che non viene evidenziato è il nuovo ridimensionamento dei plessi nella
scuola del primo ciclo nel quale è previsto che le attuali direzioni
didattiche e le scuole medie vengano aggregate in istituti comprensivi
che mantengano l'autonomia solo se hanno almeno 1.000 alunni, ridotti a
500 nelle zone più disagiate. Quando gli alunni di una scuola sono
inferiori a 500 l’istituto non avrà un proprio dirigente ma sarà
affidato a un reggente con immaginabili ricadute sul piano
dell’organizzazione e della qualità della didattica. Un destino che
dovrebbe capitare a 1.840 istituti italiani. A ciò si aggiunge la
difficoltà di composizione delle prime classi delle scuole superiori
che dovendo avere un numero minimo di studenti, stanno già invitando
gli stessi a cambiare indirizzo di studio ovvero città nel caso
volessero perseguire il loro percorso didattico, e ciò con evidenti
disagi e sovraffollamento delle classi ospitanti. Dunque per il primo
di settembre si preannunciano scuole senza presidi. Quindi senza guida
e senza sufficienti controlli sulla qualità del servizio. Metà degli
istituti scolastici si preparano ad aprire il nuovo anno scolastico
senza un dirigente scolastico. Saranno affidati ai presidi superstiti
che in tal modo dovranno dividere il loro impegno su due o più scuole.
Un incarico di supplenza a mezzo servizio già in auge da alcuni anni,
ma da quest’anno con un handicap in più: non verrà autorizzata la
nomina dei vicari.
Inoltre la Flc Cgil non ha firmato la preintesa tra Aran e gli altri
sindacati che regola le modalità dell’assunzione in ruolo di 67.000
precari annunciata la scorsa settimana dal Ministro Gelmini, perché
ritiene non accettabile scambiare il diritto al lavoro per i precari
con la riduzione dei loro salari in presenza del blocco dei contratti
fino al 2014. L’accordo infatti, modifica il contratto della scuola sul
tema degli scaloni retributivi, che vengono ridotti da sette a sei, con
la conseguenza che per i neoassunti, a differenza di quanto accadeva
prima, ci vorranno nove anni invece che tre per il primo scatto
stipendiale. Dal punto di vista contributivo i salari di tutti i
dipendenti pubblici restano fermi fino al 31 dicembre 2014 (dunque un
anno di più rispetto al blocco triennale deciso dalla manovra del
2010). Il risultato è la perdita secca di 8.000 euro per un docente di
scuola e di 16.000 euro per un dirigente. Si tratta di stime in
difetto, calcolate sugli stipendi medi rivalutati sull'indice Ipca
indicato dal governo e che è inferiore all'inflazione reale (2,6 per
cento a maggio). Bloccai ovviamente gli scatti di anzianità che avranno
pesanti ricadute anche sulle pensioni future.
Il Coordinamento Nazionale Precari, insieme alla Flc Cgil ha deciso di
non accettare il ricatto imposto dal Governo e sta attivando tutte le
strutture ad impegnarsi in una capillare campagna di informazione del
personale precario in occasione delle convocazioni per le nomine e
delle assemblee programmate per l’inizio dell’anno scolastico nonché in
vista della Manifestazione Nazionale di protesta del 22 ottobre.
(da http://www.dazebaonews.it/).
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