Per grazia ricevuta! Leggendo il comunicato della Cisl scuola http://www.cislscuola.it/content/20110721-accordo-allaran-costo-accettabile-risultato-straordinario
sembra proprio che i 67mila precari che saranno assunti debbano
fare un pellegrinaggio fin nelle più recondite sedi ministeriali
per ringraziare della magnanima elargizione la ministra Gelmini e
Brunetta, proprio perché da anni sono in attesa della
stabilizzazione che ora è venuta come per miracolo e i miracoli
vogliono penitenze: un auto da fè? E probabilmente la Cisl Scuola
chiederà pure di portare qualche cero o degli oboli, magari in
natura, all’Aran per lo straordinario risultato ottenuto. Nel giro di
qualche anno infatti quello che era un diritto e una garanzia, gli
accordi contrattuali, si sono tramutati in un favore, una benevolenza,
una graziosità; e se poi si perde qualcosa in termini stipendiali, in
fondo cosa volete che sia di fronte a tanta grandiosa grazia.
Nel medioevo forse vigevano le stesse regole nei confronti del
feudatario che oltre alla jus primae noctis pretendeva obbedienza e
servilismo. Il punto che sembra sfuggire al sindacato così vicino alle
scelte del governo non è tanto la quantità della perdita economica che
i neo assunti subiranno, ma la qualità di ciò che sopporteranno,
l’umiliazione per non essere considerati come i loro colleghi assunti
solo un anno prima. “Chi parla di un accordo che impone forti
penalizzazioni non sa quel che dice, o è in malafede. La sola
eliminazione di una fascia stipendiale, senza alcun intervento sui
meccanismi e sui tempi delle ricostruzioni di carriera, comporta per
tutti un sacrificio modesto e in molti casi del tutto inesistente; in
compenso si mette fine ad una situazione che si trascinava da anni, col
lavoro precario talmente esteso da sfiorare, per il personale ata, il
30% dell’organico.” Ringraziate il signore, insomma, se siete stati
chiamati in ruolo e accendete ceri perché al peggio non c’è fine. Che
detta in una cattedrale, durante una carestia, potrebbe pure valere e
fare effetto, ma predicata nel terzo millennio da una organizzazione
sindacale, che si dice moderna e democratica, e in un portale internet
ha altro timbro anche perché, chiediamo: cosa sarebbe successo se tutte
le Oo. Ss. si fossero rifiutati come ha fatto la Flc.Cgil di firmare
l’intesa? Cosa avrebbe potuto fare il governo, nelle persone dei
ministri? Una ritorsione? Non assumerli? Fare le bizze? O forse pure
ricattare? Il problema dunque più che la quantità della perdita è
la qualità dell’accordo e questo continuo appiattirsi sui diktat
del governo che in cambio del lavoro (e quanto bisogno ce ne sia lo si
cogliamo nel nostro piccolo dai comunicati che riceviamo) pone
contropartite indecorose per la dignità di tanti professionisti. E se
il lavoro è un diritto, perché non dovrebbero essere riconosciti tutti
i diritti e i riconoscimenti a esso collegati? Ma Cisl dice
pure:”Non si parli, per favore, di un'inesistente "lesione dei diritti"
quando si tratta di scelte affidate alla contrattazione, del tutto
analoghe a quelle che tante altre volte, in passato, sono state fatte -
unitariamente - intervenendo sui percorsi di carriera; scelte che sono
per loro natura circoscritte nel tempo, perchè valgono sino al
successivo rinnovo contrattuale.” E appunto, fino al prossimo rinnovo
contrattuale che finora è stato sempre migliorativo dacché il sindacato
esiste, tranne nell’ultimo periodo che ha conciso con la separazione e
la frattura delle più forti organizzazioni dei lavoratori, per cui
ormai quando c’è in gioco una proposta che emana da governo già si può
presumere in anticipo chi è favorevole e chi contrario.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org