Uno sguardo dal ponte,
diremmo con la letteratura, e ci si accorge che questo bando per il
reclutamento di 2300 e rotti presidi è pressoché uguale a quello
bandito nel 2004, se si esclude la faccenda complessa per allora della
preselezione che si basava sui soli titoli per accedere alla
graduatoria che avrebbe consentito la partecipazione agli scritti e
quindi alle successive fasi. Come è noto i ricorsi nel 2004 al
Tar fioccarono, e non solo in Sicilia come ha fatto ben rilevare il
nostro Polibio, e il Tribunale concesse a tutti, ma proprio a
tutti i postulanti, la sospensiva. Che fu azione legittima,
intendiamoci, dal momento che la stessa Legge consente marchingegni
simili cosicchè sui banchi del concorso si trovarono aspiranti
senza i titoli richiesti che corrispondono appunto a quelli elencati
ancora nell’odierno bando.
A parte i docenti di educazione fisica, privi di laurea magistrale,
fecero il concorso ( e non ci interessa se lo superarono o meno e se si
trovano oggi da questa sponda o dall’altra) giovani con solo qualche
anno di ruolo, docenti di applicazione tecnica, di educazione
musicale, di religione e perfino funzionari del ministero distaccati
nelle province. Un drappello di colleghi che non si lasciò intimidire
né scoraggiare dal rigore dei requisiti e con determinazione andò
avanti. La storia di quel concorso ormai non pare più interessare
nessuno, tranne pochissimi professori battaglieri, ma essa dovrebbe
insegnare a tutti i docenti aspiranti alla cattedra di preside a non
mollare, mentre a nulla avrà giovato al ministero che si ostina a
chiedere i titoli, visto pure che
l’Anief ha già lanciato la sfida invitando anche i precari con
tre anni di supplenza a farsi avanti e perseguire la lunga marcia della
giustizia amministrativa per conquistarsi l’ambita sedia di dirigente
scolastico.
Come finirà? Non sappiamo certamente, ma tutto fa supporre quanto
pronostichiamo se è vero, come lo è, che al concorso per ispettore,
dirigente tecnico, un centinaio di vincitori della preselezione non
partecipò agli scritti per un grossolano sbaglio dei funzionari, mentre
un piccolo manipolo di ricorrenti al Tar, sonoramente bocciati, si
presentarono con tanto di sentenza a Roma agli scritti.
Per quanto ci riguarda noi, come Aetnanet.org., continueremo la nostra
battaglia per l’elezione diretta del preside.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org