Governo e
sindacati si sono accordati su un piano triennale per mettere a ruolo
docenti e non docenti. Ma per alcuni esponenti di opposizione i
contratti atipici aumenteranno, perché il piano non coprirà i posti
lasciati vacanti dai circa 90mila pensionamenti previsti. E intanto le
graduatorie per i nuovi assunti non sono ancora pronte (da
http://www.ilfattoquotidiano.it/)
Il governo ha annuciato: eviteremo la formazione di nuovo precariato
nella scuola. E questo in base all’accordo raggiunto coi sindacati
sull’assunzione in tre anni di 67mila tra docenti e non docenti “sulla
base dei posti vacanti disponibili in ciascun anno”. Ma qui sta il
primo punto critico: quanti saranno i posti disponibili nel prossimo
triennio? Certamente molti di più di quelli previsti in questo piano.
Perché non si può prescindere dai posti che si libereranno in seguito
ai pensionamenti. Che sono dai 20 ai 30mila all’anno.
“Se quest’anno come si prevede verranno immessi in ruolo 10mila
insegnanti – osserva la senatrice Pd Mariangela Bastico – si
riusciranno a coprire un terzo dei posti lasciati liberi dai
pensionati. Davvero troppo poco per parlare di assorbimento del
precariato”. I conti li ha già fatti Osvaldo Roman, esperto dei
problemi scolastici del Pd: “Nel prossimo triennio – dice – ci saranno
almeno centomila posti in più di quelli previsti dal piano governativo.
Questo significa che non solo verrà non cancellato il precariato, ma se
ne creerà di nuovo, perché le migliaia di posti che non verranno
coperti dovranno chiamare in causa ancora una volta altri precari.
Questo governo non solo ha finora alimentato il fenomeno, ma si
appresta ad incentivarlo ulteriormente”.
Altro problema aperto è quando avverranno le assunzioni oggi
concordate. Si dice dal 2011. Normalmente queste operazioni vanno
effettuate entro il 31 luglio, in modo da mettere a fuoco le operazioni
di supplenze sui posti vuoti da realizzare entro agosto. Maria Stella
Gelmini ha già messo le mani avanti, facendo slittare le scadenze di un
mese. A partire dunque dal prossimo mese di settembre avremo i nuovi
assunti a tempo indeterminato? Sarebbe un’impresa, perché gli uffici
scolastici regionali a cui competono le operazioni della distribuzione
degli incarichi hanno poco più di un mese per rispondere a questa
esigenza. Mentre gli uffici si svuotano perché la gente va in ferie. Ma
se anche fossero in grado di poter fare i miracoli, non si sa bene come
potrebbero muoversi: manca ancora lo strumento da utilizzare, perché le
graduatorie a esaurimento da cui chiamare le persone da assumere devono
ancora essere stampate dal Miur e inviate ai singoli uffici regionali.
E in molti casi le graduatorie non sono nemmeno state aggiornate,
oppure l’aggiornamento è avvenuto sommariamente, senza i controlli
necessari. “Ci saranno un mare di ricorsi”, ammette qualcuno.
La partita è dunque solo agli inizi ed è tutt’altro che semplice da
giocare. Insomma l’accordo raggiunto in pompa magna tra governo e
sindacati, benedetto anche dal sottosegretario Gianni Letta, rischia di
essere l’ennesima messa in scena per coprire una situazione in piena
crisi. Con le scuole ancora alle prese con il ridimensionamento degli
istituti e la mancanza di migliaia di presidi. Un anno scolastico da
aprire navigando a vista.
redazione@aetnanet.org