C’è l’accordo
per l'assunzione di 66.970 tra insegnanti e personale non docente
(30.482 docenti e 36.488 amministrativi) ma il segretario Unicobas
Scuola Lombardia non è affatto contento anzi…
Credo che questi numeri non siano sufficienti a risolvere il problema
del precariato. Se analizziamo il numero dei pensionamenti del
personale della scuola nell’anno 2011 e il numero delle cattedre e dei
posti disponibili scopriremo che non è cambiato sostanzialmente nulla.
Chi entra con il contratto a tempo indeterminato nella scuola pubblica
pagherà con i propri contributi la pensione ai colleghi.
Sarò probabilmente l’unica voce fuori dal coro che oggi ribadisce
la tragedia che si sta perpetrando nel mondo dell’istruzione pubblica.
I numeri sopra citati che sembrano
notevoli in realtà se li dividiamo per materne, elementari, medie e
superiori e per le venti regioni e le 110 province presenti sul
territorio italiano, il conto è presto fatto. Pochi docenti e pochi Ata
vedranno finalmente “la luce”, il fatidico passaggio di ruolo.
Il segretario della Flcgil Domenico Pantaleo è contento, ribadisce che
questo accordo è un passo importante, con lui anche gli altri segretari
Uil, Cisl , Snals, sprizzano felicità da tutti i pori e aggiungerei da
tutti “i poli” politici, tranne Di
Pietro e Vendola!
Ma come la mettiamo con tutti coloro che stanno aspettando
l’istituzione dei TFA? Per chi non lo sapesse è il nuovo sistema
abilitante (tirocini formativi attivi) concesso ad una sola parte dei
laureati ma non ancora attivati e probabilmente bisognerà aspettare due
anni. In questo momento sono esclusi tutti i docenti diplomati che sono
presenti nelle graduatorie di terza fascia, parliamo dei docenti
tecnico pratici, dei docenti ex trattamento testi, dei docenti con il
diploma magistrale. Questi 40.000 insegnanti sono considerati da questo
governo e dal ministro Gelmini docenti di serie B. Servono soltanto a
tappare i problemi che il MIUR non riesce a risolvere, parliamo degli
spezzoni di cattedre, di supplenze brevi o a medio termine ed in pochi
casi supplenze fino al 30 giugno, si perché a luglio ed agosto dovranno
andare in letargo con intere famiglie. Senza stipendio per due mesi e
forse più.
Altro gravissimo problema è quello
delle classi atipiche; la famosa C.M. n. 21 del 14 marzo 2011 purtroppo
consente agli Uffici Scolastici Provinciali e trasversalmente ai
dirigenti scolastici di “interpretare” in funzione dei “tagli e tagli”
di nominare docenti che non hanno titolo ad insegnare quella data
materia oppure succede un altro fatto paradossale, se in un istituto
tecnico ci sono due cattedre vacanti di geografia di colpo e senza
nessun ripensamento, queste cattedre vengono assegnate ai docenti
soprannumerari della classe di concorso A060. Come dire, chi se ne
frega dei precari salviamo quelli di ruolo! Non me ne vogliano i
colleghi della A060 perché anche loro hanno il diritto di insegnare ma
come ho già ribadito al telefono, il problema si deve risolvere alla
fonte.
Bisogna definire velocemente le classi di concorso per evitare che si
creino anche per l’anno scolastico 2012/2013 ulteriori drammatici
tagli. La disfunzione, gli errori di valutazione politica, le litigate
nelle commissioni di Camera e Senato, il rallentamento burocratico del
Miur, una riforma “Tremonti-Gelmini” voluta a tutti i costi da
Berlusconi e varata velocemente con grandi buchi “giuridici”, di fatto
vuota nei suoi principali pilastri organizzativi come le nuove classi
di concorso: cosa, dove e a chi insegnare rimangono tutt’oggi i dubbi
giuridici più pericolosi che continuano a pesare sulle spalle del
personale della scuola.
Oggi parlavo al telefono con un docente di Roma che mi chiedeva
informazioni sulla “class action” a favore degli ITP (insegnanti
tecnico pratici) e l‘ho rassicurato che c‘è tempo fino al 31 luglio per
presentare la richiesta di partecipazione al ricorso; mi spiegava la
sua “via crucis…” quest’anno ha accettato l’incarico annuale come
assistente tecnico (personale non docente), ma è inserito nella terza
fascia come docente di laboratorio, è laureato e potrebbe insegnare
altre cinque materie non laboratoriali ma proprio per la mancanza dei
corsi abilitanti (TFA) si trova in una situazione paradossale. Ha una
famiglia, ha dei figli, per evitare di rimanere senza lavoro ha scelto
di guadagnare 1000 euro perdendone 250 al mese. Non è un caso isolato,
ci sono tanti colleghi in tutta Italia che per paura di rimanere senza
lavoro scelgono una categoria inferiore, pur avendo il titolo per
insegnare. E’ uno schifo! E’ vergognoso!
Saranno sicuramente contenti i ministri Tremonti e Mariastella Gelmini,
quest‘ultima continua a ribadire che “La scuola non può essere uno
stipendificio”.
Appunto sono d’accordo con lei, incominciamo proprio dal suo stipendio
che è tantissimo…
Signor(a) Ministro attivi in tempi brevi i TFA, è un consiglio, faccia
presto perché la guerra tra “poveri” è già iniziata e credo che durerà
per molto tempo compresi i ricorsi… contro il MIUR!
Paolo Latella
Segretario UNIcobas Scuola Lombardia
paolo.latella@alice.it