“Il lavoro
dei giovani stabilmente instabile”. Un gioco di parole che fotografa la
triste realtà del mondo del lavoro dei giovani in Italia. E’ il titolo
dell’opuscolo presentato questa mattina alla Camera dal capogruppo del
Pd in commissione Lavoro Cesare Damiano. Al suo interno non solo lo
scenario sconfortante del lavoro giovanile, ma anche tutte le proposte
di legge finora presentate dal Partito Democratico come alternativa
alle misure attuate dal governo.
“Abbiamo l’ambizione di andare al governo - ha detto l’ex ministro del
lavoro - ed queste sono le nostre proposte”. Progetti che seguono
cinque filoni: la stabilizzazione del lavoro, il sostegno del reddito,
il rispetto dei diritti, il lavoro autonomo e l’aspetto previdenziale.
“Il futuro e i giovani sono spariti dal dibattito politico e
dall’agenda del governo - si legge nel testo dell’opuscolo - Quando
rientrano, rientrano solo alla voce “tagli”.
Di qui i dati allarmanti della disoccupazione giovanile: oggi il tasso
di giovani disoccupati sfiora il 30%. Oltre 7 milioni di giovani hanno
un rapporto di lavoro precario o altamente incerto. (AGENPARL)
Stabilizzazione del lavoro, sostegno al reddito, tutela dei lavoratori,
difesa dei diritti, attenzione al lavoro autonomo ed
all'autoimprenditorialità, previdenza: sono queste le cinque direttrici
che caratterizzano le 19 proposte di legge che il Partito democratico
ha presentato in questa legislatura alla Camera, illustrate oggi in
Conferenza stampa da Cesare Damiano, capogruppo in Commissione Lavoro e
Stefano Fassina responsabile economico del Pd.
“Proposte - ha spiegato Damiano - proprie di un Partito che,
diversamente da chi sostiene il contrario, non dice soltanto dei no ma
appartiene ad una opposizione che avanza un’alternativa, con
l'ambizione di andare al governo. Proposte, come base politica e
parlamentare di un programma di governo - ha proseguito l’esponente
democratico - che testimoniano un progetto, un pensiero, un'indicazione
organica che ha come obiettivo principale non solo i giovani ma anche i
cinquantenni che hanno perso il lavoro e che hanno difficoltà a
ritrovarlo”.
"Il lavoro dei giovani è assolutamente cruciale per i destini del
nostro Paese", ha ribadito Damiano ricordando le misure del governo
Prodi, a cominciare dal protocollo del 23 luglio 2007, subito
cancellate dall’attuale governo. “Il nemico da sconfiggere è la
precarizzazione, degenerazione di una flessibilità buona che introduce,
cioè, al lavoro stabile. Io ho cancellato il lavoro a chiamata e lo
staff leasing –ha ricordato l’esponente democratico - questo governo li
ha reintrodotti dilatando a dismisura le forme del lavoro precario,
come si vede coi voucher che da strumenti assolutamente straordinari,
sono diventati oggi veri e propri sostituti del lavoro”.
Per questo il Partito democratico ha chiesto di inserire nella manovra
economica, che inizia oggi il suo iter al Senato, anche le misure
contro la precarietà del lavoro proposte.
Nelle proposte di legge democratiche, il primo punto è dunque quello
della “stabilizzazione e della trasparenza del lavoro". Il dualismo nel
mercato viene superato con il ricorso al "contratto unico di
inserimento formativo", sequenza di lavoro precario e formazione che
porta all'assunzione a tempo indeterminato. A questo si aggiunge la
diminuzione del costo del lavoro quando il lavoro è stabile.
Il Pd propone inoltre di inserire nella manovra, il ricorso in via
prioritaria al "bacino dei 70mila vincitori di concorso nel caso in cui
la Pubblica amministrazione riprenda le assunzioni".
Sul piano dei diritti, i Democratici prevedono il rimborso obbligatorio
per gli stage, la tutela dalla "vergognosa pratica" delle dimissioni in
bianco, il mantenimento dei diritti acquisiti in precedenza nel caso di
cessione di ramo aziendale e ristrutturazione. Anche uno speciale
permesso di soggiorno per consentire allo straniero di sottrarsi allo
sfruttamento di caporali.
La previdenza inoltre è una delle cinque leve sulle quali il Pd preme
per migliorare il lavoro giovanile. Per questo nello schema dei
Democratici si prevede la costruzione di una pensione composta da un
minimo base, di 400-500 euro, a cui si aggiunge un montante
contributivo per arrivare a una pensione del 60 per cento dell'ultimo
stipendio.
Partecipa al calcolo anche la totalizzazione dei contributi, per cui
"ogni giorno lavorato con retribuzione e contribuzione regolare deve
essere utile per formare la pensione delle giovani generazioni" e anche
la norma per cui "qualsiasi forma di rapporto lavorativo o
para-lavorativo (inclusi stage e tirocini) deve avere una minima
contribuzione previdenziale, totalizzabile ai fini del risultato
pensionistico".
Stefano Fassina presentando le iniziative del Pd contro la precarietà e
per il lavoro di qualità dei giovani
ha sottolineato come “quelle dei Democratici siano proposte
radicalmente alternative al centrodestra e che che oltre a dare
diritti, queste proposte si inseriscono nel filone della crescita, che
viene aiutata se migliorano le condizioni del lavoro e dei lavoratori.
Il governo- ha aggiunto- dietro la foglia di fico della modernizzazione
del mercato del lavoro ha operato per arretrare le condizioni dei
lavoratori, come ha mostrato esemplarmente il famigerato collegato
lavoro, respinto dal presidente Napolitano per palesi
incostituzionalità”.
In ogni caso, come abbiamo detto, il Pd chiede al governo di recepire
in manovra gli emendamenti che tradurranno queste proposte di legge.
Nel pomeriggio al Senato si riuniranno i tecnici del Pd, domani mattina
Finocchiaro e Franceschini illustreranno in conferenza stampa il
contenuto degli emendamenti.
M.Antonella Procopio
redazione@aetnanet.org