Andrea
Ichino ha risposto (1) alla mia nota del 25.6 (“L’Invalsi e le bucce di
banana”) ribadendo le sue posizioni. Peraltro, la questione dei
test Invalsi è tutt’altro che definita e archiviata, anzi negli ultimi
giorni sono apparse altre notizie ed altri articoli ad essa
relativi. Può essere perciò di qualche utilità, oltre a qualche
puntualizzazione sulla risposta di A. Ichino, formulare ulteriori
considerazioni, cercare di dare una prima organizzazione e collegare i
vari aspetti coinvolti. Procediamo con ordine e per punti.
1) I “conquibus”. Conclude Ichino la sua replica: “Quello che è
certo, se mai, è che la Gelmini e il Miur fino ad ora hanno fatto ben
poco per l'Invalsi, lasciandolo con pochissimi fondi e risorse.” Su ciò
non si può che concordare: per operare occorrono soldi, personale,
scelte, programmi e strategie. Lo stesso si dovrebbe dire, e si dice,
per quanto riguarda le attività scolastiche! Ma sappiamo quello che sta
succedendo, come Miur e governo stanno invece letteralmente
smantellando la scuola!
Torniamo ad occuparci di test o prove Invalsi, talvolta indicati
semplicemente come gli “Invalsi”.
2) I test strumento come il termometro e la letteratura scientifica.
Anche il prof. Giorgio Israel nega a) che i test siano uno strumento
come il termometro e b) che le “competenze” siano grandezza definibile
oggettivamente: “il termometro non pretende affatto di misurare nella
sua complessità e globalità le qualità di un oggetto, bensì soltanto
una grandezza precisa: la temperatura. Che cosa misurano i test? Le
competenze direbbe Ichino. E come può darsi in modo oggettivo una
definizione oggettiva e comunemente accettata, almeno operativa, di
competenze?” (2). In aggiunta, lo stesso Israel osserva anche
come non sia corretto classificare le critiche come “guerriglia”.
È ancora Giorgio Israel, in un diverso post del suo blog, a criticare
decisamente “la legione degli specialisti della trattazione
quantitativa di qualsiasi cosa al mondo”, a precisare e accusare
come“Nella crisi finanziaria che stiamo vivendo ha avuto non poche
responsabilità l’uso spregiudicato di una certa modellistica
matematica. Nonostante la letteratura sul “malessere” scientifico ed
etico provocato da questi sviluppi cresca ogni giorno, si fa finta di
non vederla. Così come si fa finta di non vedere le critiche crescenti
all’uso spregiudicato e agli effetti disastrosi delle “misurazioni” dei
processi di conoscenza.”e a concludere giustamente che “Una
società che non abbia al centro l’uomo, bensì il benessere dei
“parametri”, non soltanto è inaccettabile e risveglia sogni di tipo
comunista, ma alla lunga è anche inefficiente, al pari del comunismo.”
(3).
Quanto riportato dovrebbe essere sufficiente a replicare ad A. Ichino,
in fatto di letteratura, quando afferma “esiste una letteratura
scientifica internazionale sconfinata su come costruire questi test e
l'Invalsi li produce anche sulla base di un'esperienza pluriennale di
altri paesi” (1).
Del resto, quasi tutti dovrebbero ben sapere che, ai tempi di Galileo
Galilei, la grande maggioranza della letteratura scientifica sosteneva
che la Terra fosse ferma al centro dell'universo.
3) I programmi su cui organizzare i test. Andrea Ichino aveva omesso
questo aspetto che è importante, anzi vitale. Infatti c’è chi
giustamente osserva “ Molti insegnanti lamentano che le prove Invalsi
non riflettono ciò che effettivamente si fa nelle classi, per cui tali
prove o sono sottodimensionate o sovradimensionate rispetto agli
obiettivi concreti che nelle singole classi si perseguono.” e “Poi
interviene l’esperto Invalsi che propone la prova ispirandosi a chissà
quali obiettivi terminali: la confusione a monte vale anche per lui! In
tale situazione, finché il Miur, in ordine alla sua precipua competenza
costituzionale di dettare le “norme generali sull’istruzione” non
indica, definisce e descrive con estrema chiarezza quali sono le
competenze da raggiungere dalle classi da testare da parte
dell’Invalsi, andremo sempre incontro ai pasticci che da alcuni anni
già andiamo denunciando!” (6).
4) Le finalità dei test. È importante definire, conoscere, comprendere
e divulgare le vere finalità dei test Invalsi. Finora si sono svolti
quasi al buio, sono stati imposti e non si sa se abbiano una finalità
precisa e quale. Potrebbero servire a valutare gli studenti (livelli
raggiunti o miglioramenti), i docenti, le scuole. Perché non dirlo
chiaramente e scriverlo nero su bianco? Oppure potrebbero servire
solo a fini di facciata: riaffermare, ossequiare e gratificare così la
gerarchia e il potere e trovare, per loro, alibi e capri
espiatori. Potrebbero anche servire a soli fini di immagine mediatica:
stiamo davvero operando e migliorando la scuola. Forse si intende
usarli per intimorire e risvegliare presunti fannulloni e lavativi?
Probabilmente lasciano trapelare un certo disagio, invidia o gelosia
della gerarchia (a volte ridondante e non essenziale) nei confronti
della professionalità dei docenti, i veri attori che trasmettono
l’istruzione. Gli Invalsi vorrebbero essere un po’ come le briglie e le
bardature per i cavalli da corsa, da traino o da soma?
5) I test per migliorare la scuola? Questo dovrebbe essere l’obbiettivo
principe. Ma si vuole, il governo vuole davvero migliorarla? Nei fatti
e investendo risorse?
Ma allora perché Miur non opera per ridurre la dispersione
scolastica? Si sa già che è circa al 20%.
Perché Miur non opera per ridurre anche le bocciature nel 1° anno del
superiore, in particolare nei professionali? Abbandoni e bocciature
costano.
Perché Miur non affronta la situazione preoccupante relativa alla
produzione scritta (leggi: temi d’italiano) dei “maturi”, come appare
dalle rilevazioni Invalsi per il 2007, 2008, 2009? Al riguardo, il
giudizio dell’Invalsi è lapidario: «L’emergenza di una generazione di
giovani priva di una competenza di base come quella che consiste nel
padroneggiare la propria lingua madre». (7)
Perché invece il Miur abbatte le risorse, già insufficienti, per
i corsi di recupero? (8)
6) I test incistati nell’esame di terza media. Non c’è dubbio che
al Miur vada attribuita tutta la responsabilità degli errori nelle
prove di terza media (20 giugno scorso). Quanto accaduto è stato
indicato come: debacle, Caporetto, Waterloo, gravità inaudita,
ministero allo sbando, danno enorme, pagliacciata ed altro ancora.
Peraltro, è stato il ministro precedente, Fioroni, ad agganciare (quasi
come un rimorchio) le prove Invalsi all’esame di terza media.
L’aggancio avvenne per legge (l. n. 176/2007) specificando: “L’esame di
stato comprende anche una prova scritta, a carattere nazionale, volta a
verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti
dagli studenti”. Lo scopo presumibile era quello di diffondere e
generalizzare le prove, senza però adeguare lo scarsissimo organico
dell’Invalsi e caricando – gratis – sul personale interno (docenti
soprattutto) tutte le incombenze, gli oneri e i costi
(somministrazione, sorveglianza, correzione). Il ministro attuale,
Gelmini, ha pensato bene di utilizzare – dal 2010 - i risultati delle
prove anche ai fini delle valutazioni individuali degli studenti. Così
facendo, Gelmini è andata indebitamente oltre la legge 176/2007 ed ha
combinato diversi pasticci. Ha cambiato il ruolo dell’Invalsi rispetto
alla commissioni d’esame e i consigli di classe. Quella che era
un’operazione statistica con valore complessivo, e stata suddivisa in
tante prove individuali a rischio e temute perché incognite o
sconosciute! Ne ha risentito anche la didattica perché almeno in alcune
realtà gli studenti sono stati addestrati e preparati ai quiz. Docenti
e scuole si sono sentiti esaminati o testati anch’essi, hanno cercato
di fare bella figura o, almeno, di non fare brutta figura. Allora:
copiature tollerate? suggerimenti? tempi dilatati? e chi lo può sapere?
(9)
Anche la “CGIL s'è desta!” (10) in relazione alle prove Invalsi con un
appello contro le stesse perché “inammissibile distorsione della prassi
valutativa, in quanto l’elaborazione di un giudizio che tenga conto
dell’insieme delle reali competenze acquisite dallo studente, come
richiesto dallo stesso Ministero, non può “basarsi su calcoli di tipo
statistico”, a maggior ragione in un esame rivolto a studenti e
studentesse al termine del ciclo primario” (11).
Saprà Gelmini rimediare e fare marcia indietro riportando le prove
Invalsi nell’alveo della legge citata?
7) Una indagine seria sui test svolti e sull’Invalsi. Sicuramente utile
sarebbe una indagine seria, affidata a una valida società di sondaggi
d’opinione, relativamente ai vari aspetti dei test Invasi: come sono
conosciuti, come sono percepiti, se sono ritenuti utili o no,
quale il ruolo del Miur, dell’Invalsi, dei prof., ecc.
Miur, sindacati e altre associazioni potrebbero concordare gli aspetti
da indagare e le domande da porre a docenti, genitori e studenti. I
risultati, credo, apporterebbero un po’ di chiarezza.
Al Miur dovrebbe interessare, ad esempio, verificare se e “Perché
a qualcuno non piace Invalsi “ (12)
8) Gli Invalsi alla maturità nel 2012? “Il ministro Gelmini crede molto
in queste rilevazioni. Ha addirittura annunciato che dal prossimo anno
[2012] saranno estese anche all’Esame di Stato e allargate ad altre
materie: l’inglese nella III classe della secondaria di I grado e le
scienze nella primaria”, così scrive una docente di liceo (13). Non è
dato conoscere perché Gelmini “crede molto …”, perché la ministra non
motiva, documenta e dimostra concretamente questa sua propensione?
Oppure è solo un orientamento emotivo, a senso? E poi a che scopo? Solo
per mettere dei voti? Esperti di statistica economica osservano: “Test
clinici e scolastici condividono un’altra caratteristica: hanno senso
se c’è la volontà di curare il paziente una volta individuato un
problema, non di colpevolizzarlo o peggio di punirlo” (14).
Gli Invalsi alla maturità richiederebbero la modifica improbabile della
legge n. 176/2007. Anche qui per incistare la maturità e
provocare altri disagi? E poi testare italiano e matematica con le
stesse prove nei licei, nei tecnici e nei professionali, oppure?
L’ipotesi non sembra seria né praticabile.
Altra questione. Sulla necessità e ineluttabilità dell’esame di
maturità incombono dubbi e critiche. E’ ancora necessario e in questa
forma? (15). E in considerazione dei suoi costi? (16). Il
Miur ha calcolato quanto ci viene a costare l’esame in relazione all’1%
di bocciati e al 5-6% di non ammessi? E quest’anno, con la possibilità
concreta di ricorsi legali in conseguenza della nuova normativa di
ammissione? (17) (18).
9) Scrutini, miracoli, copiature e bugie. Brevemente e quasi quale
promemoria (per riprendere magari in seguito l’argomento) solo un
accenno alle bugie che la scuola è costretta a dire e certificare per
iscritto per compensare, attenuare la severità e il rigore proclamati,
propagandati, a volte, urlati.
Una giovane docente notava la “riforma che trasforma i 4 in 6”
chiamando ciò “miracolo” (19). Il “Gruppo di Firenze” è stato un po’
protagonista, negli ultimi mesi, con una raccolta di firme contro le
copiature agli Esami di Stato (20). Addirittura è uscito un libro sul
fenomeno delle copiature (21). Poi un sito di studenti ha quantificato
pari a 1/3 l’entità delle copiature della terza prova! (22).
Le copiature sono all’ordine del giorno sia durante l’a.s. che in sede
d’esame. Senza copiature e senza i miracoli che trasformano in 6 anche
i 3 e i 2, gli scrutini registrerebbero un numero di bocciati forse
doppio o triplo dell’attuale!
Basti pensare alla norma che richiede tutte sufficienze per
l’ammissione alla maturità, solo un beota può credere che sia stata
rispettata davvero e che si sia negata l’ammissione ai candidati con
una o due insufficienze!
10) La terzietà dell’invalsi. Autonomia e indipendenza dal Miur sono
condizioni essenziali per l’operatività e la credibilità dell’Invalsi,
oltre a risorse economiche sufficienti e un organico adeguato e
conseguente. Attualmente l’Invalsi ha un organico di sole 22 persone a
t.i., 46 a t.d. e 10 collaboratori esterni. Non servono commenti.
Ugualmente le rilevazioni Invalsi non devono interferire con la
valutazione degli studenti, dei docenti e delle scuole. Le rilevazioni
verrebbero alterate e avremmo una didattica finalizzata ai test.
Insomma l’Invalsi non deve svolgere il ruolo di Grande Inquisitore o di
sbirro o di sentinella agli ordini del ministro di turno (23).
11) Aspetti tecnici, politici, ideologici. Forse è un mio limite o un
mio condizionamento, ma non riesco proprio a capire e interpretare la
tristezza del prof. A. Ichino quando scrive: “fa tristezza l'uso di
tutta questa storia in chiave Anti Gelmini. Fa tristezza perché in
questo paese non è possibile fare una discussione di natura tecnica
senza che immediatamente diventi una questione politica su cui
discutere con i paraocchi dell'ideologia“ (1). Non è indicato quali
sono questi paraocchi e cosa impedirebbero di vedere. I test sono un
fatto tecnico ma la politica della Gelmini c’entra sicuramente e forse
anche l’ideologia, ma sempre quella del ministro! Che le riforme di
Gelmini siano consistite in tagli massicci è innegabile. Che questi
tagli abbiano prodotto sentimenti contrari ad essi, e quindi anche al
ministro che li ha effettuati, anche questo è innegabile. Dovremmo
forse gradire almeno un po’ i test Invalsi per non contrariare troppo
Gelmini?
12) Linkerie dell’Invalsi. Per avere link agli articoli più importanti
si può andare a) sul sito di Gilda Venezia: SPECIALE Invalsi a.s.
2010-011 (http://www.gildavenezia.it/speciali/invalsi2011.html); b) sul
sito ilsussidiario.net: Invalsi e dintorni
(http://www.ilsussidiario.net/Speciali/Invalsi-e-dintorni/); c) su
facebook: Gruppo NO alle prove Invalsi
(http://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=166142876784282&id=100002142785084&ref=notif¬if_t=like#!/home.php?sk=group_162300930492893&ap=1)
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(1) "Gelmini,
l'Invalsi e le bucce di banana" - La risposta del prof. Andrea
Ichino...
http://www.idocentiscapigliati.com/2011/06/gelmini-linvalsi-e-le-bucce-di-banana_27.html#more
(2) Non facciamo
dei test Invalsi un'altra ideologia - Un commento
http://gisrael.blogspot.com/2011/06/non-facciamo-dei-test-invalsi-unaltra.html
(3) Nessun
parametro matematico può spiegare l’essere umano
Vincenzo Pascuzzi
vvvpascu4@libero.it)