In terra di Bari,
l’alleanza tra famiglie, sindacato e operatori del mondo della scuola
continua a dare i suoi frutti: abbiamo appreso in queste ore,
infatti, che l’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia ha
deciso di concedere una deroga all’organico di diritto della scuola
primaria per consentire che tutte le 17 classi a tempo pieno, fino ad
ora negate nel comune di Molfetta, possano riaprire.
Anche questa volta all’epilogo positivo della vicenda ha contribuito la
pressione e la determinazione dei tanti genitori che, a centinaia,
hanno sottoscritto un ricorso, promosso dal legale della FLC CGIL
Bari e della Camera del Lavoro comunale avv. Roberto D’Addabbo,
obbligando tutti gli attori di questa singolare vicenda,
dall’amministrazione comunale fino all’amministrazione scolastica
territoriale, ad un inevitabile dietrofront!
A ben vedere, infatti, di alternative ormai non ce n’erano poi tante
per gli uffici dell’amministrazione scolastica visto che, appena una
settimana fa, il Tribunale Amministrativo di Bari, con Decreto del 22
giugno 2011, era già intervenuto contro la stessa amministrazione
scolastica ordinando l'istituzione di una nuova classe di liceo
musicale, negato dall’amministrazione, presso l'Istituto Statale "Don
Milani" di Acquaviva delle fonti.
L’episodio di Molfetta ci consente, inoltre, di affermare, con
comprensibile soddisfazione, che questa volta è stata la stessa
linea difensiva dell’amministrazione a sconfessare, in un sol colpo, se
stessa e la linea controriformistica che, sull’istruzione
pubblica, ha adottato la Gelmini: sembra quasi che anche la
stessa amministrazione nutra, ormai, la consapevolezza dell’
infondatezza giuridica dei tagli imposti alla scuola pubblica!
Nella FLC di Bari abbiamo sempre sostenuto che non si può governare la
scuola con logiche ragionieristiche e, oggi, ne prendiamo
piacevolmente atto perché abbiamo questa nuova e autorevole conferma da
parte della stessa amministrazione scolastica!
Cancellare classi intere, raggruppare più di 30 alunni in un’aula,
eliminare docenti di sostegno e di discipline comuni, tagliare posti di
collaboratori scolastici, amministrativi e tecnici che garantiscono
apertura, vigilanza e funzionamento minimo delle scuole, obbligare
docenti ad accettare cattedre oltre le 18 ore settimanali, tutto ciò
vìola i diritti costituzionali dei nostri cittadini, dei loro figli e
dei lavoratori della scuola.
Sia ben chiaro: se al Ministero qualcuno pensa di poterci trattare da
sudditi allora, come accaduto a Molfetta, dimostreremo non solo che non
siamo disposti ad abbassar la testa ma anche che non vogliamo pagare, a
suon di diritti negati, una crisi che di certo noi non abbiamo
determinato.
Noi continueremo a seguire da vicino questa vicenda, anche per evitare
imprevedibili colpi di coda, ma non fermeremo qui il nostro impegno
perché già martedì 5 luglio saremo a Conversano a patrocinare, con la
Camera del lavoro locale, la creazione di un comitato di famiglie di
bambine/i disabili, i soggetti verso cui particolarmente accanite sono
state le politiche restrittive di questi ultimi anni.
E intanto a Molfetta resta ancora aperta la questione delle future
prime classi a tempo pieno, non ancora concesse dall’amministrazione;
ci auguriamo che, almeno su questo punto, il Comune di Molfetta voglia
portare avanti quella che è, innanzitutto, una battaglia di civiltà.
Claudio Menga
s.g. FLC CGIL Bari