«Tagli insostenibili, allo
stato attuale non siamo in grado di poter garantire il tempo pieno nei
plessi dell’infanzia e della elementare». É il coro del dissenso dei
presidi salernitani ad alzarsi all’indomani della ufficializzazione del
taglio di 433 posti tra collaboratori scolastici, assistenti
amministrativi, tecnici e di segreteria nelle scuole
salernitane.
Una scure decisamente pesante, ancora più difficile da fronteggiare
rispetto agli anni scolastici precedenti. É proprio la soppressione di
328 posti da collaboratori scolastici a preoccupare la gran parte dei
dirigenti salernitani, costretti a questo punto a fare i conti con una
difficoltà oggettiva di garantire sorveglianza e sicurezza nei plessi.
Gli effetti dei tagli che hanno colpito nelle ultime ore il personale
Ata della provincia di Salerno ricadranno soprattutto nei piccoli
plessi degli istituti comprensivi. Il rischio molto probabile è che
l’orario pomeridiano salti per mancanza di disponibilità degli
operatori scolastici. Un grattacapo non di poco conto per le famiglie.
«In altre parole manca chi tiene aperta la scuola, chi sorvegli i
bambini soprattutto alle materne, chi insomma deve garantire
funzionalità operativa nei corridoi», dichiarano i presidi che hanno
alzato la voce alla notizia della diffusione della configurazione delle
decurtazioni in organico Ata per la scuola salernitana. La provincia di
Salerno ha perso 433 posti Ata, in Campania sono 1200 le disponibilità
in meno. Ma i presidi non ci stanno, hanno segnalato le loro criticità
agli uffici competenti dell’amministrazione scolastica regionale
provando a strappare nei prossimi mesi alcuni posti in deroga per
uscire dalla emergenza Ata. Intanto a Salerno spuntano situazioni di
disagio destinate ad amplificarsi alla vigilia del prossimo anno
scolastico. Da settembre non è escluso che i piccoli plessi possano
incontrare difficoltà a restare aperti in presenza di una carenza di
personale tecnico e di bidelli. Proprio l’anno scorso è stata
deliberata la soppressione di un plesso di scuola materna, a Pastorano,
appartenente all’Istituto comprensivo San Tommaso d’Aquino dove l’anno
prossimo, a causa del taglio di posti tra collaboratori e assistenti
tecnico-amministrativo, sono a rischio tempo pieno e corsi
extracurriculari pomeridiani. Ad confermarlo è il dirigente scolastico,
Alessandro Turchi. «Senza un numero sufficiente di bidelli dislocati
nei plessi saltano corsi pomeridiani e doppi turni quotidiani, si
resterà aperti solo di mattina – dice – questo per colpa dei tagli di
cui siamo venuti a conoscenza, e a pagare il prezzo di questo disagio
sono le famiglie degli alunni con un conseguente impoverimento della
offerta formativa». E aggiunge: «Chi sorveglierà i bambini quando vanno
in bagno, chi farà servizio accoglienza?», chiude Turchi. Proprio in un
plesso di Fratte dell’Ic San Tommaso d’Aquino si registra l’assenza di
una unità Ata deputata all’accoglienza per gli accessi alla scuola.
Situazione ancora più seria all’Istituto Comprensivo di Ogliara che
copre con i suoi 10 plessi tutte le zone collinari del capoluogo, da
Giovi a Ogliara, passando per San Mango a Piemonte e Sant’Angelo.
L’istituto comprende 3 plessi di scuola materna, proprio in questi si
registreranno pesanti contraccolpi per i tagli al personale Ata. «Alla
materna difficilmente potremo garantire il tempo pieno» dichiara la
vicepreside Marina Amendolara. In ognuno dei dieci plessi dell’Ic di
Ogliara è dislocato solo un bidello. Quindi significa che un operatore
deve tenere sotto sorveglianza centinaia di alunni . «Se si ammala un
bidello che si fa, chiudiamo il plesso per un giorno? Sarebbe un grosso
disagio per le famiglie», chiude la vicepreside. (da
http://tiggilibero.altervista.org)
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