Dopo gli
insegnanti, ora la dieta dimagrante tocca a tutti gli altri ingranaggi
della scuola. A settembre la campanella suonerà con 400 bidelli in meno
rispetto ai 7.628 dell’anno scorso. Un buco a cui vanno aggiunti altri
162 addetti al lavoro di segreteria depennati dalle tabelle del
provveditorato, e altri 25 tecnici di laboratorio. Per un taglio
complessivo sugli istituti di Milano e provincia che svuota dalle
scuole dell’infanzia fino alle superiori di 588 ausiliari tecnici
amministrativi (Ata), cancellati dal prossimo anno
scolastico.
La lama affonda ancora una volta sulla pelle dei più piccoli: a
risentire maggiormente della stretta del ministro Gelmini saranno le
materne e le elementari, dove i collaboratori scolastici hanno un ruolo
fondamentale non solo per la pulizia di aule e corridoi, ma soprattutto
per la sorveglianza dei bambini quando rimangono soli nei cambi
dell’ora, quando si spostano per andare in mensa o escono dalla classe
per andare in bagno. Da settembre non in tutte le scuole ci sarà
personale sufficiente per avere un bidello per ogni piano. «Il problema
della sicurezza è enorme — commenta Giovanni Del Bene, preside del
comprensivo Cadorna — e se succede qualcosa chi li controlla?». Per non
parlare dell’assistenza ai bambini disabili, dato che i bidelli vengono
impiegati in molti istituti per tappare i buchi degli insegnanti di
sostegno mancanti, o anche solo per dare una mano a trasportare i
bambini con difficoltà motorie.
«Con i tagli al sostegno — spiega Laura Barbirato, preside del
comprensivo Bodio Guicciardi — non riusciamo più a garantire la
copertura totale delle ore per i disabili. Nella mia scuola sono in
quattro i bidelli che danno una mano in questo senso. Dall’anno
prossimo non so come faremo». Ma il colpo di forbici al personale
scolastico preoccupa anche tutti gli altri ordini di scuola: «Non
produciamo rubinetti, ogni decisione sull’istruzione — commenta il
preside del Berchet Innocente Pessina — dovrebbe avere una funzione
educativa. Così le scuole non sono messe in condizioni di lavorare. Le
manovre non possono sempre rispondere solo a esigenze economiche».
Secondo i dati della Cgil la portata della manovra sarebbe ancora più
pesante: «Gli alunni — spiega Pippo Frisone, responsabile scuola della
Cgil — l’anno prossimo saranno circa 3mila in più. Il fabbisogno di
personale Ata nelle scuole salirebbe quindi a 11.303 posti. In tutto
mancheranno quindi 800 unità, molte di più del taglio dichiarato di 588
posti». Sui tagli attacca anche la Cisl: «L’istruzione — commenta Rita
Frigerio — è sempre più piegata su se stessa, alle scuole vengono
chiesti sempre più servizi e sforzi ma le risorse non fanno che
diminuire». Nel frattempo, sul fronte dei precari, aumentano le
richieste di ricorso presentate ai legali del sindacato per chiedere
danni allo Stato dopo anni senza un posto fisso: al momento la Cisl
(non la Uil, come riportato erroneamente ieri in queste pagine) ha
portato a casa nell’ultimo mese a casa 30 sentenze favorevoli, e
risarcimenti per una media di 10mila euro. E per altri mille si aspetta
ancora la decisione dei giudici.
(Tiziana De Giorgio da Flc-Cgil)
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