Siracusa: Nuovi "tagli" in vista, i sindacati si appellano anche al
prefetto.
Gazzetta del Sud
Il sindacato confederale era già da qualche mese sul piede di guerra di
fronte alla certezza che nell'organico scolastico provinciale, per il
2011/12, i "tagli" avrebbero riguardato, nel personale non docente, 98
collaboratori scolastici, 28 assistenti amministrativi e 10 assistenti
tecnici. Ma le ultime notizie giunte dall'Ufficio scolastico regionale
(tagli per altri 18 assistenti amministrativi e 3 collaboratori) hanno
spinto i segretari provinciali di Flc-Cgil, Cisl-Scuola e Uil-Scuola,
rispettivamente Paolo Italia, Patrizia Epaminonda e Mario Rubino, a
chiedere – e ottenere – un incontro in Prefettura, avvenuto ieri
mattina, mentre in parallelo al vertice di piazza Archimede un sit-in
di precari dell'istruzione ha avuto luogo presso l'Ufficio scolastico
territoriale.
«È una coincidenza molto strana» dice Paolo Italia, riferendosi al
fatto che oltre alla nostra la provincia più colpita dai tagli è quella
di Messina. «In entrambe le realtà – prosegue – la carica di dirigente
dell'Ufficio scolastico territoriale è vacante: è stato semplice
colpire i due anelli deboli della catena in Sicilia. In questo modo si
scatena una guerra fra poveri, e rimango allibito di fronte
all'atteggiamento passivo della classe politica nostrana. Al cospetto
del depauperamento delle nostre risorse non si batte ciglio». Al
prefetto Carmela Floreno è stato fatto presente da Patrizia Epaminonda
che «questa prevista riduzione rinforza l'idea, in questa fase, che ci
si trova davanti all'elemento più vulnerabile del circuito lavorativo,
ed è bene ricordare che si va a danneggiare quel personale qualificato
che percepisce gli stipendi più bassi del comparto del pubblico
impiego». Ridurre al minimo la sofferenza del settore: questo, insomma,
è l'obiettivo per il quale il sindacato chiede l'intercessione della
Prefettura. «Altrimenti il rischio – ha sottolineato Mario Rubino – è
che venga messo in ginocchio il nostro sistema di istruzione pubblica,
che lederà il diritto a una buona scuola per i bambini, gli
adolescenti, gli adulti». Dal prefetto è giunta una risposta di piena
apertura, con la garanzia di attivare subito tentativi di mediazione.
Santi Pricone
Messina: Nuova stagione di proteste contro i tagli nelle scuole
Gazzetta del Sud di Riccardo D'Andrea
Il copione è sempre lo stesso, così come i protagonisti e il periodo in
cui viene recitato. Da qualche anno ormai sulla vicenda della riduzione
degli organici scolastici si sprecano fiumi d'inchiostro. Lavoratori e
sindacati affilano già le armi. Da difendere ci sono centinaia di
"posti", sui quali, ancora una volta, si abbatte la mannaia del
ministero dell'Istruzione. "Lacrime e sangue" anche per l'anno
2011/2012. I numeri snocciolati dalle parti sociali parlano chiaro. La
provincia di Messina dovrà fare i conti con lo sfoltimento di 426 unità
di personale. Che peggiora una situazione deficitaria. Flc Cgil, Cisl e
Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda sono sul piede di guerra. Anche
perché l'entità del ridimensionamento va al di là di quanto si
pensasse. In parole povere ha il sapore della beffa, alla luce di
quanto comunicato pochi giorni prima. «Per il prossimo anno scolastico
si prospetta una situazione gravissima», commentano i segretari
provinciali Graziamaria Pistorino, Laura Fleres, Calogero Lama,
Antonino Princiotta e Santino Marchetta. A seguito dell'incontro del 29
giugno a Palermo, sulla ripartizione degli organici del personale
amministrativo, tecnico e ausiliario, le organizzazioni sindacali hanno
appreso di una diversa distribuzione dei tagli, addirittura raddoppiati
rispetto a quanto reso noto nella precedente riunione del 24 giugno:
«In un primo momento – affermano – risultavano 173 collaboratori, 44
assistenti amministrativi e 11 assistenti tecnici in meno, per un
totale di 228 unità». Al danno, però, si è aggiunta la beffa. «Poi –
spiegano – è emerso che si perderanno 155 ulteriori collaboratori e 43
amministrativi». Morale della favola: 426 posti di lavoro sottratti ad
un territorio in cui ci sono 145 istituti. Manco a dirlo, la provincia
di Messina sarà quella più tartassata tra quelle siciliane, con un
taglio del 32% del personale. Una situazione inaccettabile, che ha
spinto le parti sociali a chiedere l'intervento del prefetto Alecci,
dal quale sono state ricevute ieri mattina. Dopo un confronto sulle
cifre, il rappresentante del governo ha garantito che trasmetterà una
lettera all'Ufficio scolastico regionale, dove, tra le altre cose, oggi
è previsto un vertice per la definizione degli organici. In attesa di
risposte concrete, inoltre, le parti sociali terranno alti i toni della
protesta, effettuando, da stamani, un presidio davanti al
Provveditorato di via Bonino. «I tagli penalizzano ancor di più il
comparto dell'istruzione messinese», afferma Laura Fleres, segretario
provinciale della Cisl Scuola. Secondo la quale alla base c'è un
meccanismo automatico di assegnazione del personale nei vari istituti:
«Ciascuno di essi invia tutti i dati direttamente al Ministero e al
Provveditorato regionale. Il sistema informatico, però, è tarato su
parametri che considerano gruppi non superiori a 10 plessi. La loro
dislocazione nel territorio peloritano fa sì che molte sedi non vengano
contemplate, in primis quelle situate nei centri di montagna e nelle
piccole isole».
«Dal report regionale di parte sindacale – aggiunge il segretario
provinciale della Flc Cgil Graziamaria Pistorino – la provincia che
registra una variazione eclatante è Messina, che subisce una
sforbiciata di 426 unità. Ci si giustifica con la riduzione del numero
degli alunni, soprattutto a Messina, con un calo di 1385 iscrizioni. Ma
la tesi non regge, perché a Catania la diminuzione è di 1818 studenti.
e il taglio del 19% rientra nella media regionale del 21%.
Oggi si saprà se il Ministero avrà corretto il tiro dopo la richiesta
di aggiustamenti a beneficio della provincia peloritana.