Alle soglie della
pubblicazione delle graduatorie ad esaurimento del personale docente,
Professione Insegnante ribadisce, con forza, che la questione del
precariato necessita di soluzioni strutturali, e chiede le immissioni
in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, a garanzia della
stabilità lavorativa degli insegnanti e di un organico funzionale alle
esigenze delle scuole, all’insegna della continuità didattica e della
qualità dell’istruzione.
Da alcuni anni la nostra scuola statale subisce le pesanti
ripercussioni della pseudo - riforma Gelmini.
Siamo convinti che una riforma reale del sistema dell’istruzione
andasse attuata affrontando i nodi critici di tale complesso sistema e
partendo dall’esperienza dei lavoratori (docenti, dirigenti, ATA)
che conoscono le esigenze effettive degli studenti, la portata
dell'offerta formativa e i punti di forza delle istituzioni
scolastiche.
Di contro, in Italia, il campo dell’istruzione è divenuto il settore
prediletto per il recupero di fondi attraverso una politica sartoriale
del “taglia e non cuci”, tagli lineari che sottraggono 8 miliardi di
euro e 150.000 posti di lavoro al personale scolastico
Questo governo si è dimostrato incapace di
assicurare un’istruzione statale di “qualità”, in grado di
garantire la libertà e l’eguaglianza dei cittadini e tale da rimuovere
tutti quegli impedimenti che possono ostacolare il pieno sviluppo della
persona umana.
“Qualità” vuol dire anche riqualificazione degli edifici scolastici,
nodo “non risolto” della sicurezza, (spazi ridotti e classi pollaio) ,
che comporta un’ inevitabile rinuncia alla didattica laboratoriale e
dunque al mancato conseguimento proprio di quelle competenze prescritte
nei documenti programmatici della stessa riforma Gelmini.
Eppure è sempre più evidente che agli studenti non può bastare la
lezione frontale e l’apprendimento sequenziale, perché come è
noto, una didattica laboratoriale e individualizzata può
assecondare la molteplicità delle esigenze del percorso formativo.
Ma come attuare tutto ciò senza insegnanti, per giunta privi di
certezze di stabilizzazione?
In una situazione così complessa, per stabilizzare e rendere più
funzionali gli assetti scolastici, la priorità di un Governo
responsabile dovrebbe essere quella di realizzare una scuola laica e
pluralista attraverso il ripristino di tutte le risorse umane a tal
fine necessarie
E' quindi con forza che chiediamo l'immissione in ruolo su tutti i
posti vacanti e disponibili del personale docente e ATA , perché non
servono alla scuola immissioni in ruolo con il contagocce, causa di
ulteriore precarizzazione .
Immettere in ruolo su tutti i posti vacanti non è operazione onerosa
per lo Stato, dal momento che i colleghi in pensione dal primo
settembre lasciano una posizione stipendiale apicale, mente i loro
sostituti neoimmessi in ruolo avrebbero uno stipendio iniziale.
Ci appelliamo alla politica, allora, affinché faccia la sua
parte: di fronte ai sindacati amanti della concertazione e delle misere
concessioni, buoni solo a far da tappezzeria nelle stanze di palazzo,
chiediamo ai partiti politici di sostenere la nostra richiesta di
reintegro degli organici, attuabile mediante l’impiego di fondi
derivanti da una seria lotta all’evasione fiscale, dall’abbattimento
dei costi della politica e dalla progressiva riduzione del
contingente militare all’estero.
Si pensi ai guadagni di un barbiere a Montecitorio!Si abbia il buon
senso di tagliare le spese inutili.
Non ci illudiamo di far ritirare i tagli con le mail o con
le manifestazioni, i tagli li può ritirare solo il prossimo governo
attraverso un DL a cui dare la priorità, il resto è solo
aria fritta.
Per tali ragioni continuiamo a ritenere che la nostra proposta di
istituzione di una graduatoria unica nazionale, possa contribuire ,
efficacemente e in modo equo, a dare soluzione definitiva al
problema dell’assunzione dei precari, nell’esclusivo interesse di
docenti e discenti, entrambi bisognosi di stabilità , a tutto vantaggio
della qualità del nostro sistema nazionale di istruzione.
Libero Tassella
redazione@aetnanet.org