Le scuole più
piccole non avranno presidi. Accadrà in duemila istituti italiani. La
manovra economica del governo porterà alla scomparsa delle scuole
dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado: diventeranno tutte
parte di istituti comprensivi. E’ quello che in parte sta già accadendo
da oltre dieci anni sulla base del ministro dell’epoca, Luigi
Berlinguer. E’ una scomparsa meramente burocratica e giuridica e si
riferisce a scuole con meno di 1000 alunni (o 500 nel caso in cui si
trovino nelle piccole isole, nei comuni montani o nelle aree
geografiche con specificità
linguistiche).
Nelle scuole particolarmente piccole, con un numero di alunni inferiore
a 500 (o a 300 nel caso in cui si trovino nelle piccole isole, nei
comuni montani o nelle aree geografiche con specificità linguistiche)
non vi saranno dirigenti scolastici a tempo indeterminato ma soltanto
soltanto reggenti.
«In parte già accade, si tratta di un processo avviato da Berlinguer
quando era ministro - spiega Massimo Di Menna, segretario generale
della Uil scuola». Infatti in regioni come Emilia o Toscana
l’accorpamento di elementari, materne e medie in istituti comprensivi è
già compiuto. Un po’ meno in altre zone come il Sud o le regioni con
maggiore dispersione di istituti sul territorio. «Di per sè non è un
procedimento negativo - continua Di Menna - bisogna capire come verrà
realizzato. E’ necessario un coinvolgimento dei soggetti interessati ed
evitare che sia soltanto un atto amministrativo». (di
Flavia Amabile da La Stampa)
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