De Pasquale,
Ghizzoni (PD) - Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca
Per sapere - premesso che:
Il personale ausiliario, tecnico e amministrativo (in sigla Ata)
delle scuole che lavorava alle dipendenze degli Enti locali passò alle
dipendenze dello Stato per effetto della legge 124/99. Il passaggio
garantiva ai lavoratori il riconoscimento delle anzianità maturate e
l’inquadramento nelle qualifiche corrispondenti. Un accordo tra Aran e
sindacati (stipulato nel luglio 2000) regolò l’inquadramento di questo
personale nei nuovi profili statali (Ccnl scuola). Ma l’amministrazione
non volle riconoscere le anzianità maturate alle dipendenze degli Enti
Locali.
Come era prevedibile partirono i ricorsi. I giudici del lavoro, le
Corti d’Appello e la Corte di Cassazione diedero ragione ai lavoratori
ricorrenti nella quasi totalità dei casi. Nel 2005, 5 anni dopo il
trasferimento dei lavoratori e dopo una giurisprudenza della Suprema
Corte a loro favore, la legge finanziaria 2006 (266/05), al comma 218,
fornisce un’interpretazione autentica dell’art. 8 della legge 124/99
che, con effetto retroattivo, nega il riconoscimento delle anzianità
maturate, annullando di fatto gli effetti delle sentenze favorevoli ai
lavoratori.
Nel 2007 la Corte Costituzionale ha ravvisato la legittimità del sopra
menzionato comma 218.
In conseguenza della nuova legge, la Cassazione, nei successivi
pronunciamenti sui ricorsi pendenti ha dato torto ai lavoratori.
Con una sentenza emessa il 7 giugno u.s. la Corte europea dei diritti
umani ha riconosciuto che in seguito al comma 218 della legge 266/05 i
lavoratori si sono visti negare il diritto a un giusto processo, quindi
lo Stato italiano ha violato l’articolo 6, comma 1 della Convenzione
dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Inoltre la
giurisprudenza a loro favorevole fino a quel momento aveva fatto
maturare in essi “un legittimo affidamento”, l’aspettativa di avere
soddisfazione. La Corte ha respinto tutti gli argomenti presentati dal
Governo, compreso il richiamo alla causa di utilità pubblica come
giustificazione dell’ingerenza della legge nella giurisprudenza.
Si tratta quindi di una vicenda lunga 12 anni che riguarda moltissimi
lavoratori della scuola che hanno subito un’ingiustizia per cui la
Corte europea dei diritti umani ha pochi giorni fa condannato l’Italia,
imponendole di trovare una soluzione.
Già a suo tempo la legge finanziaria 2008 (L. 244/2007) aveva indicato
una strada per sanare questa grave ingiustizia, un percorso che
oggi andrebbe ripreso in considerazione: lo stanziamento di fondi ad
hoc per trovare una soluzione per il riconoscimento delle anzianità del
personale transitato dagli EE.LL.
Ora, poiché le sentenze della Corte sono vincolanti per gli Stati, il
Governo italiano dovrà trovare in brevissimo tempo una soluzione.
:-
Si chiede di conoscere, prima di tutto quale sia il numero di
dipendenti interessati dalla problematica indicata nelle premesse
e quali le loro anzianità, dati che, all’interrogante, risultano già in
possesso di questo Ministero a seguito di una rilevazione/monitoraggio
effettuata dallo Stesso.
Si chiede di conoscere inoltre in che modo il Ministro intenda dare
esecuzione alla sentenza della Corte europea dei diritti umani, anche
al fine di sanare questa macroscopica ingiustizia subita da migliaia di
lavoratori della scuola, ingiustizia , per porre fine alla quale, il
Partito Democratico ha, nel corso dei te anni trascorsi, presentato
numerosi ordini del giorno, oltre naturalmente a numerose proposte
emendative ad altrettanto numerosi provvedimenti di legge che questo
Governo ha sempre respinto, ordini del giorno regolarmente accolti dal
Governo ma ai quali non è stata mai data attuazione.
Unicobas Scuola
unicobas.rm@tiscali.it