Da un po’ di tempo
Tuttoscuola, attraverso i suoi editoriali, pontifica e dà sentenze, ma
dove si coglie però un solfureo odore di incenso nei confronti del
Governo che avrebbe fatto cosa giusta a bloccare, nel maxi emendamento
al Decreto sviluppo, l’ingresso nelle GaE di circa 20 mila abilitanti
in Scienza della formazione, strumento musicale e didattica della
musica. Se vi fossero entrati, recita il pontificale, avrebbero atteso
30/35 anni per essere immessi in ruolo, per cui è molto meglio che
impieghino le loro giovani energie e si battano per fare aprire i
concorsi che sono la via maestra per il ruolo. La truffa, continua la
nota, sta nell’illudere la gente che si possa avere il posto fisso solo
entrando nelle GaE.
Un pontificale a tutti gli effetti come si può vedere ma nel quale
manca l’argomento principe che però Tuttoscuola tralascia: che tipo di
concorso dovrebbero fare costoro?
Prendiamo come esempio il corso Bifordoc: strumento musicale. I posti
liberi alla media sono tanti e quindi essere nelle GaE avrebbe
potuto significare la quasi sicura immissione in ruolo. Da quale
campo dunque nascano 30 anni di attesa non è dato sapere. Ma non
solo. I corsi abilitanti seguiti da questi giovani professionisti sono
stati attivati a numero rigorosamente chiuso (e quindi sulla base della
disponibilità dei posti realmente liberi e ammessi dopo il superamento
di un preesame), dalla durata biennale e con tirocinio formativo attivo
di oltre 150 ore; il titolo, l’abilitazione all’insegnamento cioè, è
stato concesso dopo la redazione di una tesi che è stata pure
regolarmente discussa nell’esame finale. Se i redattori di Tuttoscuola
ci fanno caso il corso è assolutamente conforme alla legge, apparsa in
Gazzetta ufficiale qualche mese fa, sulla formazione iniziale dei
docenti: né più e nè meno, per cui chiediamo: che tipo di altro
concorso dovrebbero fare costoro? Una gara podistica o il lancio del
peso? Sarebbe piacevole che lo dicessero invece di pontificare. E
sarebbe pure interessante che dall’altro di questa presunta sapienza
orfica ci dicessero cosa c’è al di là del velo di Maya dove sembra che
solo loro riescano a vedere.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org