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due. Dopo il liceo classico "Socrate" di Bari, tocca al liceo musicale
di Acquaviva delle Fonti cantare vittoria contro i tagli del ministro
Mariastella Gelmini. La sezione barese del Tar Puglia, infatti, ha
disposto la riapertura di una classe prima di nuova istituzione del
liceo soppressa a causa dei tagli previsti dalla circolare ministeriale
del marzo scorso sugli organici. Lo rivela il segretario della Flc Cgil
di Bari, Claudio Menga.
I giudici amministrativi hanno accolto la richiesta
avanzata dai genitori degli alunni di una classe del liceo musicale.
L'obiettivo era la sospensione di una delibera del Consiglio d'istituto
con cui si decideva, visto il diktat imposto dall'amministrazione
scolastica, di respingere la richiesta di ammissione alla classe prima
del liceo musicale di ben 17 candidati sui 44 complessivi nonostante
tutti avessero superato il test di ammissione. Infatti, all'unica
classe precedentemente autorizzata dall'amministrazione scolastica,
erano stati ammessi 27 alunni, "un numero comunque elevato visto che,
in barba alle norme che tutelano il diritto all'inserimento ed allo
studio dei disabili, del gruppo classe fa parte anche un alunno
disabile il cui diritto a stare in una classe composta di 20
alunni - e non di 27 - era stato praticamente
ignorato".
"Ancora una volta - sottolinea la Flc Cgil - i
giudici ribadiscono l'illegittimità di ogni forma di limitazione al
diritto allo studio e riaffermano che le norme sulla razionalizzazione
delle risorse umane, il decreto sugli organici e la circolare
ministeriale non possono ledere, per mere esigenze di cassa, il diritto
allo studio delle famiglie e dei loro figli. Ancora una volta, dunque,
i genitori e i cittadini della provincia di Bari - conclude
la nota - vincono una battaglia di civiltà, prima ancora
che legale e la Flc di Bari accoglie con piena soddisfazione questa
sentenza della magistratura che anche a Bari, come in altre parti
d'Italia, sta sconfessando la linea controriformistica sull'istruzione
pubblica adottata dalla Gelmini".
A fare da apripista, infatti, furono i genitori degli studenti di una
classe del liceo classico "Socrate" di Bari che si rivolsero al Tar
contro la soppressione della classe dei loro figli. Anche in quella
circostanza i giudici imposero la ricomposizione della classe: "La
coesione realizzata in una classe di studenti -
sentenziarono - non può essere compromessa". Giudizio
confermato qualche settimana dopo anche dal Consiglio di Stato che
respinse il ricorso in appello presentato dal ministero dell'Istruzione
attraverso l'Ufficio scolastico regionale.
(da La Repubblica)
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