Disponibilità
massima ma ci vogliono i soldi. Il completamento del ciclo di studi in
città da parte degli studenti iscritti nelle facoltà di Agraria e
Giurisprudenza è possibile, ma subordinato alla rigorosa verifica della
disponibilità finanziaria per far funzionare i corsi a
Ragusa.
Ha avuto esito interlocutorio, ma ha fatto emergere la
pregiudiziale di fondo Il confronto informale che il capo della
segreteria tecnica del Miur, Giovanni Bocchieri, il presidente del
Consorzio universitario ibleo, Enzo Di Raimondo ed il rettore
dell´Università di Catania, Antonio Recca, hanno avuto a Catania ha
avuto questo esito e le speranze degli studenti di poter completare il
proprio ciclo di studi nel capoluogo ibleo è legata alla disponibilità
dei fondi che il territorio ibleo deve mettere a disposizione.
Al termine della riunione, infatti, il rappresentante del ministero ed
i vertici dell´Università e del Consorzio hanno diramato un documento
congiunto in cui si afferma che «la decisione di consentire agli
studenti di Agraria e Giurisprudenza di concludere il loro percorso di
studi nella sede decentrata di Ragusa, è comunque subordinata alla
rigorosa verifica della disponibilità finanziaria da porsi a supporto
dei corsi tenuti a Ragusa».
Non a caso, il rettore Recca ha evidenziato come l´ateneo sia stato
costretto ad una manovra finanziaria di 15 milioni per fronteggiare i
mancati incassi nei confronti delle sedi decentrate.
L´occasione, peraltro, è stata utile per riaffermare la volontà di
collaborazione e per valutare positivamente la qualità dell´offerta
formativa offerta attualmente nel capoluogo ibleo.
(di Duccio Gennaro da http://www.corrierediragusa.it/)
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