Giovedì 23 giugno a
Roma manifestazione nazionale del Forum del Terzo settore con
associazioni e movimenti. Una protesta contro i tagli ai fondi
nazionali e per nuovi investimenti nel sociale, nella scuola e
nell'assistenza
In tre anni i fondi nazionali per le politiche sociali sono stati
tagliati dell’80 per cento: ammontavano a oltre 2,5 miliardi di euro
nel 2008, sono appena 538 milioni oggi. Le conseguenze? Riduzioni e
chiusure di servizi, aggravamento per le famiglie, rischio
disoccupazione per molti lavoratori e persone svantaggiate. Contro
questa “politica dell’impoverimento” il 23 giugno si terrà a Roma una
manifestazione nazionale (con corteo nella mattinata e presidio in
piazza Montecitorio), indetta dal Forum del Terzo settore e dalle
associazioni partecipanti alla campagna “I diritti alzano la voce”, cui
la Cgil ha formalmente aderito. Nella medesima giornata sono previste
iniziative in molte altre città (da Milano a Cagliari, da Torino a
Firenze), con fermata simbolica di tutte le attività nei servizi e
sit-in presso prefetture ed enti
regionali.
“Una giusta protesta contro i pesantissimi tagli effettuati dal
governo che stanno provocando la chiusura di molti servizi, quando
invece le gravi conseguenze della crisi richiederebbero il
potenziamento delle prestazioni sociali” commentano la segretaria
confederale Vera Lamonica, e Stefano Daneri del Dipartimento Welfare:
“È una protesta contro una politica che cancella i diritti di
cittadinanza mentre condanna un cittadino su quattro al rischio di
povertà, contro un governo che teorizza e pratica una politica di
privatizzazione dei servizi sociali indispensabili per la vita di
milioni di famiglie. Una protesta che unisce tutte le forze e le
organizzazioni che si battono per garantire ai cittadini giustizia,
diritti, coesione”.
La piattaforma presentata con la campagna “I diritti alzano la voce” è
molto articolata. Anzitutto, si chiedono la definizione dei “livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”
(come previsto dall’articolo 117 della Costituzione), la reale e
concreta applicazione del principio di sussidiarietà (previsto
dall’articolo 118) e della legge 328 del 2000 sul sistema dei servizi
sociali, allo scopo di dare un effettivo riconoscimento di pari dignità
alle organizzazioni della società civile. “Condividiamo le principali
richieste che gli organizzatori della manifestazione rivolgono al
governo. Sono gli stessi obiettivi che la Cgil ha posto al centro delle
piattaforme rivendicative su cui ha promosso scioperi generali e grandi
momenti di mobilitazione” aggiungono Lamonica e Daneri. Complessa è la
partita degli investimenti: le associazioni reclamano un forte
investimento nelle politiche sociali, attraverso un congruo aumento
delle risorse destinate al sociale, all’educazione e alla scuola, da
connettere alla reale esigibilità dei livelli essenziali. In
particolare, si indicano il ripristino del Fondo per la non
autosufficienza (cancellato quest’anno), il finanziamento del Piano
nazionale infanzia e adolescenza, la definizione (e la messa a
disposizione di risorse) del Piano nazionale per la famiglia, oltre a
una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà e
contro i rischi di vulnerabilità sociale. (di
Marco Togna da http://www.rassegna.it/)