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Esame di Stato: Nella prima prova scritta all’esame di Stato si copia nelle tipologie “C” e “D”. Aboliamole.

Redazione
Nell’età medievale al fine dibattere  su un  “quid” ed appurarne la verità, si aprivano  lunghissime quaestiones, controversiae, disputationes, ego autem contra, sic et non…  Oggi tutto passa sulle nostre teste e noi ci passiamo sopra. Sono un laureato in Filosofia con studi nel basso medioevo, ma da anni  prestato all’insegnamento di Lettere. E mentre tutti sono preoccupati dal tototema di quest’anno, dalla torre eburnea del mio pensatoio (spero non tra le nuvole) voglio puntare l’obiettivo sul “come va affrontata” la prima prova scritta dell’esame di Stato. Più che la materia delle cose, preferisco la forma aristotelico-tomista. Siccome poi amo conoscere le norme scolastiche in modo problematico, parto sempre dalle parole scritte per arrivare ad una analisi critica, libera da condizionamenti e compromessi.
La legge n. 425, che regola la riforma dell’esame di Stato, è del 1997; il regolamento attuativo  n.323 e  il decreto n.359 sulla prova scritta sono del 1998. Dovremmo ormai conoscere profondamente l’iter dell’esame “nuovo”. Mi scuso perciò, se in una mia sintesi voglio ricordare, il testo della normativa ministeriale e commentarlo
La prima prova scritta è intesa ad accertare la padronanza della lingua (italiana o quella nella quale si svolge l’insegnamento), nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato, consentendo la libera espressione della personale creatività; essa consiste nella produzione di uno scritto scelto dal candidato tra più proposte di varie tipologie, ivi comprese le tipologie tradizionali. Il 22 giugno p.v. il primo impatto stressante dei maturandi è con almeno una decina di fogli fotocopiati. L’ultima pagina contiene i due temi “tradizionali” , quello storico e quello detto di attualità, il più svolto. Svolgere. Questa è la parola chiave. In Italia, un tempo, il tema era soprattutto lo svolgimento di un argomento imposto dall’alto e la conseguenza logica era quella di diluire, sviluppare, quell’incipit. Il risultato spesso è una tautologia e una ripetizione della traccia, tanto per allungare il “brodo” e riempire fogli di protocollo. Ma lasciamo parlare con ordine il legislatore: “Il candidato deve realizzare, a propria scelta, uno dei seguenti tipi di elaborati proposti dal Miur.  Tipologia A:  analisi e commento, anche arricchito da note personali, di un testo letterario o non letterario, in prosa o in poesia con l’ausilio di una scaletta di approfondimento. Tipologia B:  sviluppo di un argomento scelto dal candidato tra quattro grandi ambiti di riferimento: artistico-letterario (B1), socio-economico (B2), storico-politico (B3),  tecnico-scientifico (B4). Tipologia C: sviluppo di un argomento di carattere storico, coerente con i programmi svolti nell'ultimo anno. Tipologia D: trattazione di un tema su un argomento di ordine generale, attinto al corrente dibattito culturale, per il quale possono essere fornite indicazioni di svolgimento”.
Qui scatta la critica. Negli ultimi 12 anni, mai il Miur ha fornito le “indicazioni” a supporto del tema che tutti chiamano di attualità. Io abolirei sia la tipologia D che la C, cioè i temi vecchi e tradizionali, perché è in questi che i candidati esercitano l’antica arte dei copisti. E poi sia l’attualità che la storia sono presenti nelle proposte tipologiche B. Cimentandosi con la tipologia A o con la B è molto difficile copiare e plagiare perché occorre dimostrare di essere creativi, originali e personalizzare il proprio scritto.
Dice infatti la legge che la finalità e gli obiettivi della produzione dell’elaborato scritto devono permettere al candidato di dimostrare: a) padronanza, correttezza e proprietà nell'uso della lingua; b) possesso di adeguate conoscenze relative sia all'argomento scelto che al quadro di riferimento generale in cui esso si inserisce;c) possesso di capacità espressive, logico-linguistiche e critiche frutto di la libera espressione personale e originale creatività. Non c’è nulla da copiare … La prima prova, nel vecchio esame di maturità  mirava  ad accertare la conoscenza e la capacità di utilizzo della lingua italiana. Ora è diverso. Si è deciso di dare allo studente la possibilità di ricorrere ad altri tipi di scrittura.  Per i quattro argomenti della tipologia B ci sono delle consegne  militaresche, tassative e imperative: “Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo”. Ancora per quest’anno, l'argomento può essere presentato  come saggio breve oppure come  un articolo di giornale. Però il regolamento, prevedeva negli anni, altre tre forme di scrittura: la  relazione,  l’intervista e la lettera. Quando si potrà fare? Anche quest’anno. Ciò che non è proibito è consentito.
Copiare è da cretini. Superare invece da soli la prima prova scritta del nuovo esame è come conseguire (senza imbrogli) la patente,  perché si imparare a guidare non una macchina ma tutte le auto del e nel mondo. A scuola si deve imparare non a superare una difficoltà o a raggiungere un traguardo (anche per vie tortuose), ma ad acquisire un metodo per affrontare tutte le difficoltà con responsabilità. Il discorso sul metodo permise a Cartesio di spalancare le porte dell’età moderna. E per chi non l’ha capito, vale la saggezza sicula: Fa cchiù dannu u cretinu ca u maiali nto giardinu!
Buon esame a tutti!

 Giovanni Sicali<








Postato il Lunedì, 20 giugno 2011 ore 09:30:00 CEST di Giovanni Sicali
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