In poche ore hanno
raccolto 1500 firme che hanno di fatto coronato il loro obiettivo di
arrivare a 7000. Sono i genitori che ieri pomeriggio in piazza
Matteotti hanno posto all’attenzione dei modenesi il brutto momento che
sta attraversando la scuola, tra tagli e riduzioni, e che in tutta la
provincia vedrà un calo drastico di cattedre e insegnamenti in scuole
dell’infanzia, primaria, medie e
superiori.
Loro rivendicano una scuola con un’ampia offerta formativa e didattica
e che faccia da scudo al disagio sociale: «Ci rivolgiamo non solo ai
genitori degli studenti ma a tutta la società modenese e al mondo
economico perchè con questi tagli a rimetterci sono soprattutto i
ragazzi ma anche le imprese. Poco tempo fa gli studenti venivano del
Corni e del Fermi venivano prenotati dalle aziende perché erano sicure
di trovare professionalità e competenze, ma questo non sarà più
possibile perché la scuola si sta dequalificando», spiega Giuseppe
Stefani, responsabile del coordinamento comitati genitori.
I numeri esposti dal comitato sono forti: 8 miliardi in meno alle
scuole statali, mancanza di 123 insegnanti, 880 alunni in più. Le
classi pollaio sono sempre più vicine e a rimetterci sarà tutto il
sistema formativo, con la diminuzione del servizio e della qualità. Una
delle strade che sta seguendo il comitato è infatti quella di
coinvolgere tutto il mondo politico modenese, dai consiglieri comunali
fino ai parlamentari, per arrivare così a fare pressioni unitarie
sull’ufficio scolastico regionale. Durante la mattinata erano presenti
le due parlamentari del Pd Bastico e Ghizzoni ma per Stefani la scuola
non deve essere fatta oggetto di questioni e ideologie politiche:
«Tutto il mondo politico – continua Stefani – deve difendere la scuola,
come è successo a Castelfranco Emilia e per il liceo musicale Sigonio».
In quest’ultimo caso infatti dopo continue manifestazioni e una
raccolta di 5500 firme il risultato è stato raggiunto, e quindi il
comitato dei genitori è fiducioso e spera anche qui di ottenere
risposte e risultati immediati. Ma nel frattempo la contestazione
continua, soprattutto per il discorso del tempo prolungato che per il
prossimo anno scolastico forse non ci sarà in alcune scuole cittadine
come le Marconi Ferraris e altri istituti. La conseguenza sarà che a
tanti ragazzi mancherà la possibilità di approfondimento e studio. In
questo modo si interrompe un'esperienza che ha radici profonde nel
nostro territorio, nata alla fine degli anni settanta e largamente
diffusa in tutta la provincia modenese, anche per aiutare e istruire
studenti con difficoltà nell'apprendimento, e in una fascia d'età
difficile e delicata.
Molti ieri pomeriggio i modenesi, soprattutto genitori, che hanno
firmato per difendere la scuola pubblica, dire no ai tagli e difendere
l’istruzione. Solo pochi anni fa il sistema scuola a Modena
rappresentava un punto di eccellenza a livello nazionale, ma oggi tutto
questo è stato messo in bilico. Ma anche ironia. Su un tavolino di
fianco alla raccolta firma anche uno spazio dove assaggiare prodotti
tipici come salame e lambrusco: »Gli unici tagli che ci piacciono sono
quelli del salame», conclude Stefani. (di Marco Amendola da
http://gazzettadimodena.gelocal.it/)
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