I più bravi forse
spendono di meno. Ma se non si è fra i ragazzi bravi - e quasi irreali
- che studiano senza bisogno di aiuti - bisogna mettere in conto almeno
4-500 euro per sperare di sostenere l'esame di maturità concludersi con
un voto non troppo umiliante.
Le tasse. Per sostenere l’esame bisogna pagare le tasse erariali,
obbligatorie, ufficiali, previste per legge: 12,09 euro per la tassa
d’esame, 15,13 euro per la tassa di ritiro del diploma. Sono poche le
scuole però che si accontentano, la gran parte degli istituti chiede
fin dall’inizio dell’anno un contributo volontario ma non troppo: chi
prova a non pagarlo spesso deve subire ritorsioni: i dirigenti
minacciano di non ammettere agli esami o di non esporre il voto sui
quadri finali, o di non consegnare le pagelle. Il 54% degli intervistati è stato costretto
a pagare il contributo che in questo modo diventa una vera e propria
terza tassa obbligatoria. Si parla di cifre che vanno dalle
poche decine di euro (meno di 30) fino a sfondare la soglia dei 60 euro
(nel 14% dei
casi).
Discorso a parte per i privatisti per
i quali le cifre superano ogni limite della decenza. Nell’istituto
tecnico Matteo Ricci di Macerata, ad esempio, quest’anno per essere
ammessi all’esame si chiedevano 400 euro, il 60% in più rispetto allo
scorso anno.
Gadgets. Promettono di essere l’arma decisiva. L’orologio-bigliettino,
59 euro, 1 giga di memoria, lettore mp3 incorporato e ci si caricano
sotto forma di file jpg bigliettini a volontà. Si spinge un pulsante e
sullo schermo si ha la soluzione del compito o il tema svolto. I
professori fanno i furbi e scoprono l’orologio? Otto euro e si acquista
una penna a sfera con un rotolo apribile dove nascondere i bigliettini.
Ma la novità di quest’anno è la penna ad inchiostro invisibile.
Quattordici euro, permette di scrivere su un foglio qualsiasi cosa che
possa tornare utile e di leggerla grazie ad un raggio laser blu.
Il consiglio è di acquistare tutto in modo da non rimanere disarmati se
i prof dovessero insospettirsi e sequeestrare qualcosa. Anche con tutti
gli sconti vuol dire spendere una settantina di euro. I ragazzi più
intemerati potrebbero provare anche a farsi comprare un telefonino
nuovo, di quelli economici da trenta-quaranta euro: uno dei trucchi più
in voga è di consegnarlo all’ingresso tenendosi in tasca lo smartphone
con appunti incorporati.
La tesina. Bisogna averla per racimolare qualche punto in più. Il 30% degli intervistati è disposto a
pagarla, avverte il sito Skuola.net che ha realizzato un
sondaggio sugli strumenti che useranno i ragazzi. Ma un conto è averla,
un altro è scriverla. A volte si prestano madri e padri di buona
volontà. Altre volte si fa ricorso alla rete: almeno 5 euro per avere una tesi che si
corre il rischio di veder presentar eidentica da due terzi dei propri
compagni con argomenti come Svevo per l’Italiano e Joyce per l’inglese.
Le ripetizioni. Due studenti su 3 faranno ricorso alle ripetizioni per
prepararsi, è il risultato delle domande poste da Skuola.net. Vuol dire
dover spendere anche più di 250 euro. Si va infatti da poche ore di
lezioni private (fino a 6) per il 15% degli intervistati a oltre 12 ore
per l'8%. Il costo varia: dipende dalla materia e da chi dà le
ripetizioni. Latino e greco costano di più perché in genere ci si
rivolge a prof in pensione. Per matematica o inglese si riesce a pagare
di meno perché ci si può rivolgere a laureati o specializzandi. In
media si pagano circa 15-20 euro l’ora. E li pagheranno in tanti: ad
ammettere di fare ricorso alle lezioni private non sono solo i meno
preparati anche i bravi, svela il sondaggio di Skuola.net: il 60% di
quelli che lo faranno non hanno debiti, solo paura.
(Flavia Amabile da La Stampa)
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