Il ritratto della
scuola, di questi tempi, somiglia ad un libro mastro, fatto di cifre in
entrata e in uscita e previsioni di bilancio. Il primo numero è sempre
quello: 133, che corrisponde alla legge che ancora per un altro anno
porterà ulteriori tagli. Gli altri numeri sono conseguenti al primo, e
le cifre più alte sono in rosso e col segno meno davanti. In provincia
di Cosenza la riduzione parla di 267 docenti di ruolo che quest'anno
sono rimasti senza cattedra e che difficilmente troveranno una casella
libera quest'estate, considerato che i posti in meno sono
412.
Cifre in negativo anche per i collaboratori scolastici, 201 posti
in meno, 15 per gli assistenti tecnici e 55 per quelli amministrativi.
A fornire i dati dell'Ufficio scolastico regionale è il segretario
generale della Flc-Cgil cosentina, Pino Assalone, che dà una lettura
allarmante: «Il taglio in provincia di Cosenza ,così come nel resto
della nostra regione, provocherà inevitabilmente, il peggioramento
dell'offerta formativa nella scuola pubblica».
Anche quest'anno, dice, «un esercito di personale della scuola non avrà
più incarico». I riflessi si vedono chiaramente anche sulla formazione
delle classi, diversi istituti si sono trovati con meno posti di lavoro
perché non ci sono gli alunni sufficienti per formare tutte le classi
richieste. Diverse scuole medie e superiori non sono riuscite a formare
le prime classi, il che significa che chi ha iscritto i figli al primo
anno in una scuola rischia di ritrovarseli da un'altra parte. E ancora:
cala l'offerta per chi vorrebbe frequentare le scuole serali, sono
saltate infatti dieci classi. «Questi tagli - dice Assalone - si
sommano a quelli degli anni precedenti, che hanno già determinato un
indebolimento del tessuto economico già di per se asfittico, ma
soprattutto hanno minato e minano il sistema culturale precarizzando ed
emarginando un tessuto sociale già debole. Ma a farne le spese saranno
gli alunni e gli studenti della nostra provincia che rischiano di non
avere a disposizione un corredo di personale che li possa mettere nella
situazione di svolgere gli studi come previsto dalle norme non solo
costituzionali. Qui si lede il diritto allo studio, garanzia
fondamentale di crescita sociale e baluardo di democrazia. In questo
modo con le molte classi non costituite sia alle medie che alle
superiori e nonostante l'altro ieri il Consiglio di Stato abbia accolto
le varie sentenze in merito alle classi pollaio, ai tagli agli organici
imposti dal ministro Gelmini e Tremonti con la Finanziaria del 2008 si
continua a falcidiare la scuola pubblica. Ancora oggi molte famiglie
sono state costrette a rinunciare al tempo pieno. Non si può
giustificare l'enormità dei tagli adducendo che il personale della
scuola è troppo. È una generalizzazione».
Inifine l'invito a darsi da fare: «È giunto il momento che tutte le
forze politiche, quelle sindacali, le associazioni trovino un momento
di discussione per capire dove sta andando la scuola in città e se ci
sono le condizioni per porre freno alla emorragia che sta investendo un
settore così delicato per la nostra crescita sociale e democratica».
I numeri
201 saranno i collaboratori scolastici in meno, secondo i dati che la
Cgil riporta basandosi su quelli forniti dall'Ufficio scolastico
regionale.
15 tagli riguardano gli assistenti tecnici.
55 sono i posti in meno per gli assistenti amministrativi.
412 sono i posti che verranno a mancare da settembre per quanto
riguarda il personale docente.
267 sono gli insegnanti di ruolo che quest'anno, a causa della
riduzione delle classi, sono rimasti senza una sede e rischiano il
trasferimento d'ufficio.
10 sono i corsi serali che quasi certamente spariranno dall'offerta
formativa. Inoltre numerose scuole medie e superiori non formeranno
tutte le prime classi previste.
(da Gazzetta del Sud di Luigi Carbone)
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