Ha
chiuso i battenti sabato scorso la scuola pubblica per l'anno
scolastico 2010-2011 (tranne per chi dovrà ancora sostenere esami), ma
non accenna a smorzarsi il vento delle polemiche che infuria nella
provincia etnea per i lavoratori del comparto scuola, con i sindacati
di categoria che protestano per i tagli occupazionali decisi
"chirurgicamente" dal ministero dell'Istruzione.
Si parla di 600 insegnanti e di 500 lavoratori del personale Ata in
meno il prossimo anno a Catania. Cosa ne pensa la Cgil? «La situazione
occupazionale del comparto scuola nella provincia etnea – spiega la
segretaria confederale della Cgil provinciale Pina Palella, proveniente
dalle fila della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil – è
legata alla politica del Governo rappresentata dai tagli
all'istruzione. Questa non è una politica di razionalizzazione, ma è
una politica di tagli, che comporterà difficoltà nella didattica delle
scuole, e nella normale gestione quotidiana della sicurezza degli
edifici e della pulizia»
.- Prof. Palella, può dare qualche dato numerico?
«Per il terzo anno consecutivo i tagli, riversati soprattutto in
Sicilia e nella nostra provincia, comportano sugli organici, per l'anno
che verrà, alla Primaria 233 posti in meno, una perdita pesantissima,
con 260 docenti in esubero, cioè insegnanti di ruolo che saranno
utilizzati per tappare i buchi delle supplenze (quindi non sarà
garantita la continuità didattica agli alunni, ndr); nella scuola
secondaria di primo grado, cioè la Media, si avrà il segno "meno" con
15 posti persi, ma perché il taglio è già stato fatto negli anni
precedenti con la cosiddetta Riforma del ministro Mariastella Gelmini,
ma ci sarà la piaga di qualche soprannumerarietà che continua; mentre
nella scuola superiore purtroppo, siamo attorno ai 290 posti in meno;
alcune centinaia di posti in meno anche per collaboratori scolastici,
assistenti amministrativi e assistenti tecnici; solo la scuola
dell'infanzia "regge", con un trend di 1668 posti».
- Cosa dovremo aspettarci?
«Con la carenza di docenti che si prospetta – continua la sindacalista,
da vent'anni insegnante di Lettere nei licei –, non si potranno coprire
le supplenze, ma soprattutto vengono meno ore di lezione; ad esempio
alle Elementari, in prima, seconda e terza elementare i bambini non
faranno più 30 ore settimanali di lezioni, ma solo 27, e l'organico
sarà garantito su 27 ore, ciò significa tre ore in meno di tempo-scuola
la settimana per i nostri figli. Così come, alle Superiori, sono
previsti una serie di tagli progressivi, i licei andranno a 27 ore
settimanali di lezione e non più lasciati a 30: così perdiamo ore
fondamentali, che dequalificano l'offerta formativa».
- Cosa ci dice delle cosiddette "classi pollaio"?
«Le classi-pollaio si creano da un lato diminuendo le ore, ma oltre a
questo c'è la circolare emanata ogni anno dal Ministero che riguarda la
formazione delle classi, dove progressivamente viene elevato il numero
di alunni per classe, a dispetto delle norme sulla sicurezza e sulla
disabilità: abbiamo situazioni-limite, fino ad arrivare a 31-32 alunni
per classe e talvolta in presenza di 2 o 3 portatori di handicap anche
gravi».- Si parla di stabilizzazione dei precari entro il 31 agosto,
cioè di 2.053 unità nel personale Ata e di 125 docenti in tutta la
Siciliaà«Sono affermazioni senza che ad oggi siano seguite azioni
tangibili; comunque si tratta di cifre misere che, tradotte su base
regionale, significa nulla, non coprirebbero comunque i posti vacanti».
(da Gazzetta del Sud di Fabio Rao)
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