C’era una volta,
nella Trinacria terra, un Istituto di Istruzione Superiore con la
sua bella sezione staccata. Lo governava un DS che si preoccupava più
dell’apparenza che della sostanza, preferiva l’immagine al
contenuto, puntava sulla quantità e meno alla qualità,
optava per la forma piuttosto che per la materia. Aristotele
preferiva il “sinolo” per comporre due importanti elementi. Tommaso
d’Acquino pensava -inscindibili il corpo e l’anima. Eppure se
questo DS avesse amato Montesquieu avrebbe trovato l’equilibrio tra la
lettera e lo spirito delle leggi. Invece come un capitano di lungo
corso, amava seguire la rotta - tra i flutti impetuosi delle leggi
scolastiche – interpretando le norme scolastiche ad personam.
Il Fato volle che, nel dicembre dell’anno 2010, la sua sezione staccata
rimanesse chiusa per una settimana, per causa di forza maggiore,
certificata da autorità pubbliche (VV. FF. e VV. UU.), in seguito
a problemi di incolumità e sicurezza. E così, pensando che si non
sarebbero effettuati i 200 gg. di lezione previsti dal T. U.
297/1994, art. 74 c. 3, e ritenendo che la forma doveva prevalere
sempre sulla sostanza, il DS decretò che la bella sezione
staccata svolgesse regolari lezioni anche il lunedì 13 giugno. E ciò
senza delibera del Consiglio di Istituto ma con una circolare interna
del 1° giugno 2011 e priva di numero di protocollo. Così
facendo, è vero che formalmente venivano completati i 200 giorni di
lezione previsti dalla legge scolastica, ma il DS dimenticava che
sostanzialmente non è rilevante il numero dei giorni di lezioni
inferiore a 200 giorni qualora risultasse per causa
di forza maggiore e che quindi l’anno scolastico non poteva essere
automaticamente invalidato.
Dimenticava però quel DS che, col decreto del 22/07/2010,
l’assessore della regione Sicilia Centorrino aveva stabilito che
gli adattamenti del calendario scolastico potevano riguardare la
data di inizio delle lezioni e/o la sospensione delle lezioni, in corso
d’anno scolastico. Ma non dava libertà di differire il
termine delle lezioni oltre l’11 giugno. Lo stesso decreto assessoriale
raccomandava, (in linea col sistema pedagogico “preventivo” di
don Bosco) che gli adattamenti del calendario scolastico da parte dei
singoli Istituti scolastici fossero volti anche a far fronte ad
eventuali sospensioni del servizio connesse ad inderogabili esigenze
locali o per eventi straordinari.
Nell’ ordine di servizio imposto dal DS c’erano tutti gli estremi di
abuso di potere . E come se non bastasse, a fare traballare l’anno
scolastico rimanevano vizi di forma enormi che rischiavano di intaccare
la sostanza delle cose. Vengo e mi spiego. In molte scuole si applica
la settimana corta e i giorni di lezione sono 170 circa. Nessun
problema: ormai quello che conta è il monte ore. La Gemini, per
esempio, prevedeva, nelle prime classi di quella sezione dell’ I.I.S.
****, un totale annuo di 1122 ore di lezioni. Purtroppo le ore
effettive – da settembre al 13 giugno –furono 1053: cioè 69 in meno
rispetto alla legge di riforma. Non essendoci soldi per le supplenze:
un giorno le classi uscivano prima e in un altro entravano dopo.
I duecento giorni subivano una drastica cura dimagranate. Di questo
quel DS non si era mai preoccupato. Tanto non si intaccava la forma e
l’apparenza!
Direbbero i miei 25 lettori: “Tutta ‘sta storia per un giorno di
scuola?”. Nel mio profilo di Facebook mi descrivo come
tomista-agostiniano. Passo dalla ragione al sentimento, dal sillogismo
all’emozione. Filippa Giordano ha cantato a Sanremo “Il
giorno in più” con una frase significativa: “Un giorno in piu'
non cambia niente, lo so. Lo dico sempre, pero'…”. Eppure la
sapienza sicula non sbagliava: “Attacca u sceccu unni voli u patruni” .
Oggi quel DS di lungo corso crocieristico ha salvato la faccia e quella
bella sezione staccata dell’I.I.S.**** avrà un posto nel Guiness dei
primati per avere svolto regolari lezioni (unica in tutta la Trinacria
!) il 13/06/2011. Appello a tutti i Dirigenti Scolastici: è
uscito il calendario scolastico 2011-12 , a firma Centorrino. Sono
previsti 208 giorni di scuola. Melius abundare quam deficere.
Diceva Sant’Antonio di Padova“ La verità genera odio; per
questo alcuni, per non incorrere nell'odio degli ascoltatori, velano la
bocca con il manto del silenzio”. Cioè: “testa ca non parla si
chiama cucuzza”. C’era una volta e c’è ancora adesso!
Giovanni
Sicali
giovannisicali@gmail.com