Un nuovo capitolo
nell'annosa vertenza del personale Ata.
http://cmiskp.echr.coe.int/tkp197/view.asp?item=27&portal=hbkm&action=html&highlight=&sessionid=72004827&skin
=hudoc-en
Per la Corte Europea di Strasburgo, l'Italia è colpevole di violazione
dei diritti dell'uomo, non avendo rispettato l'art. 6 della
Convenzione, che prevede il diritto ad un equo processo.
Davvero una figuraccia dello stato italiano di fronte alla comunità
internazionale.
Di seguito, alcuni passi della sentenza (il testo reperibile è in
francese).
"La Corte ritiene che il fine invocato dal Governo italiano, vale a
dire la necessità di colmare un vuoto giuridico ed eliminare le
disparità di trattamento tra i dipendenti, mirava in realtà a
preservare il solo interesse economico dello Stato" . http://www.dirittoscolastico.it/vertenza_ata_ex_eell.html
"Nessuno degli argomenti proposti dal Governo convince dunque la Corte
della legittimità e proporzionalità dell'ingerenza. Pertanto,
l'intervento legislativo che ha risolto definitivamente, in maniera
retroattiva, la questione "NON ERA GIUSTIFICATO DA IMPERATIVI MOTIVI
D'INTERESSE GENERALE".
Bacchettate dunque sia alla Corte di Cassazione che alla Corte
Costituzionale che - sulla base di tale motivazione -avevano ritenuto
legittima la norma di "interpretazione autentica" con la quale lo Stato
italiano era intervenuto per risolvere a proprio favore una vertenza
riguardante migliaia di dipendenti Ata, vittoriosi nei vari gradi di
giudizio.
Con una sentenza che aveva suscitato non poche perplessità, la Corte
Costituzionale era arrivata ad equiparare il passaggio del personale
Ata dagli EE.LL. allo Stato ad un evento epocale quale il crollo del
muro di Berlino.
A migliaia di dipendenti sono state inviate richieste di restituzione
di decine di migliaia di euro, oltre a un secco taglio della
retribuzione.
C'è un Giudice a Berlino, o forse a Strasburgo.
( Avvocato Francesco Orecchioni)