Gli alunni
aumentano, gli insegnanti calano, ma il numero dei docenti di sostegno
di ruolo o con contratto al 31 agosto lievita. allora perché questi
ultimi si lamentano sempre? E qual è il motivo del ritornello secondo
il quale i tagli al sostegno sono il fiore all’occhiello di questo
governo? L’anno scorso, agosto 2010, su poco più di 10.000 immissioni
in ruolo, ben 5.022, cioè oltre la metà del contingente, soino andati
al sostegno e solo gli spiccioli sono andati alle materie comuni su
tutti gli ordini di scuola. Questi i dati del Miur. Scuola
dell’infanzia: 1.680 posti. Scuola primaria: 790 posti. Scuola
secondaria I grado: 1.740 posti. Scuola secondaria II grado: 724 posti.
Scuole speciali: 8 posti. Personale educativo: 36 posti. Sostegno 5.022
posti. E questo nonostante gli organici continuino ad essere
caratterizzati da una situazione di “criticità” – come ammette il Miur
in un documento – dovuta alla presenza di un “folto” contingente con
contratto a tempo determinato, annuale o fino al termine delle attività
didattiche, “cui è impossibile assicurare stabilità e continuità
professionale”. La potatura ha prodotto i suoi effetti sul numero
complessivo di posti di docente ricoperti con nomine a tempo
determinato, che sono passate dalle 130.835 dell’anno scolastico
2008/2009 alle attuali 116.973, con una flessione di circa 14 mila
unità. Analoga flessione delle nomine annue ha riguardato anche il
personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Tutti piangono tranne
i docenti di sostegno. Dagli stessi dati emerge una rilevante
contrazione nella consistenza della rete scolastica, sia in termini di
scuole funzionanti che di classi attivate, a fronte di un incremento
della popolazione scolastica, che è passata dai 7.768.071 studenti del
2008/2009 ai 7.804.711 del 2009/2010, con una variazione positiva di
36.640 unità. A tale aumento hanno corrisposto un decremento di docenti
con contratto a tempo indeterminato o determinato annuale (701.646 con
una flessione di 23.527 unità) e con contratto a tempo determinato fino
al termine delle attività didattiche (93.696 pari a meno 16.857 unità)
e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario con contratto a
tempo indeterminato e determinato (231.118 unità complessive con meno
14.157 unità). Solo il numero di personale docente di sostegno fa
registrare una sostanziale invarianza rispetto all’anno precedente. In
pratica, i posti di sostegno hanno subìto una contrazione di circa 900
unità a fronte di 89.164 unità in servizio. Ma non si pensi a un dato
negativo. Il tutto è infatti determinato da un significativo calo dei
docenti con contratto a tempo determinato fino al termine dell’attività
didattica compensato dall’aumento dei docenti con contratto a tempo
indeterminato e determinato annuale”. Sono aumentati, solo per i
docenti di sostegno, i posti in ruolo e quelli in organico di diritto.
E’ chiaro che avendo essi la possibilità di migrare sul posto comune
dopo soli cinque anni di ruolo (un “grimaldello per passare di ruolo”
lo ha definito la sottosegretaria al ministero dell’Istruzione del
governo Prodi riferendosi a quanti tra loro non fanno il sostegno per
vocazione ma per calcolo di bottega) la loro mancanza talvolta si
avverte.
Vincenzo
Brancatisano
vi.bra@fastwebnet.it