21.000 è il numero di
edifici scolastici ancora non a norma, oltre il 50% del totale. 10.000
di questi, dovrebbero essere abbattuti. Sono questi i numeri del
rischio quotidiano per nove milioni di persone, tra studenti, docenti e
personale, che ogni mattina varcano la soglia di una scuola
italiana.
E’ finito il tempo delle deroghe per adeguamenti e ristrutturazioni, il
momento delle promesse di fondi, cantieri e piani straordinari, che
s’incagliano a ogni passaggio burocratico per poi non vedere mai la
luce.
Cambiare la scuola italiana, renderla un luogo in cui si insegni bene e
si impari meglio, non è proponibile senza affrontare la questione dalle
fondamenta: la sicurezza degli edifici e anche l’adeguatezza delle
strutture. Non è difficile, infatti, dare ragione a tutte le indagini
internazionali: in un ambiente migliore, si impara di più.
A partire dalla c.d. Legge Masini del 1996, i governi in carica
hanno più volte cambiato le modalità di intervento, tolto e rimesso
finanziamenti, coinvolto o estromesso le istituzioni locali.
Dopo tante promesse e impegni solenni, il Governo ha fatto calare il
mistero sullo stato degli interventi, sull’uso dei fondi e sulla
realizzazione dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica: un censimento
sulla sicurezza di tutti gli edifici, ideato nel 1996 e mai portato a
termine. Il Tavolo ministeriale incaricato di completare il
censimento entro il 5 agosto 2009, nel mese di Ottobre era giunto, a
quanto risulta, al 60% dei rilevamenti. Poi, più nulla, nessuna notizia.
Questo Governo, che con la finanziaria 2009 aveva “ben
cominciato” l’opera, tagliando 22,8 milioni di euro ai fondi per
l’edilizia, ha proposto, nel 2010, un Piano straordinario di 358
milioni, sotto il controllo dei Ministeri dell’Istruzione e delle
Infrastrutture, che ha estromesso Regioni ed Enti Locali anche nella
scelta dei singoli cantieri da avviare, con una distribuzione delle
risorse che premia la Lombardia e punisce il Molise. Una brillante
anticipazione di cosa significhi federalismo per chi ci governa. Ma
anche di questo sforzo efficientista, nessuna notizia.
Nel frattempo, la relazione annuale della Commissione
Parlamentare sugli infortuni sul lavoro e le morti bianche, illustrata
in Senato il 12 gennaio 201, ha confermato l’ipotesi per la creazione
di una “Scuola SpA”, ente a cui trasferire la proprietà degli edifici
scolastici. Il “modello Bertolaso” applicato alla scuola.
L’edilizia scolastica è una vera e propria emergenza nazionale,
per la quale serve mettere in campo le idee migliori, le soluzioni più
appropriate, una piena comprensione delle cause e dell’entità del
problema. Con i pasticci e i ritardi, può bastare così. (di Giulia
Tosoni da Pd)
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