Abbandoni scolastici
alle stelle. Nel 2010 il 18,8% dei ragazzi italiani ha lasciato la
scuola senza conseguire il diploma di maturità, a fronte di una media
europea del 14,4%. Il dato emerge dal rapporto annuale dell'Istat sulla
situazione del paese. Una percentuale minore rispetto allo scorso anno,
ma di soli 0,4 punti. Troppo pochi per ambire al traguardo fissato da
Strategia Europa 2020, che mira a portare sotto il 10% la soglia di
dispersione. Il rapporto sottolinea, inoltre, che ad abbandonare la
scuola sono maggiormente i ragazzi, il 22%, contro il 15,4% delle
ragazze.
Nel complesso la metà dei giovani che hanno abbandonato
precocemente gli studi non hanno un lavoro. È il sud ad arrancare
maggiormente, con la maglia nera che spetta alla Sicilia, dove più del
25% dei giovani rinuncia al diploma. Deficit rilevanti anche per
Puglia, Sardegna e Campania. In linea con l'obiettivo europeo, invece,
spuntano la provincia autonoma di Trento e il Friuli Venezia Giulia,
che con il 12%, sono vicine al traguardo. Non è soltanto la
connotazione territoriale ad influenzare il dato. Anzi, secondo
l'indagine Istat, gli abbandoni scolastici sono fortemente in relazione
con l'ambiente sociale dei ragazzi e con il grado d'istruzione dei loro
genitori. Ben il 44% dei giovani con padre e madre in possesso di
licenza elementare abbandona il percorso senza ottenere la maturità,
mentre per i figli di genitori che si son fermati alle scuole medie la
percentuale dispersiva scende al 25%. Le maggiori preoccupazioni sono
dovute all'andamento stagnante della riduzione degli abbandoni. Mentre
fino al 2007 il cammino sembrava in forte ascesa, è, ormai, da tre anni
che i miglioramenti sono minimi, con una variazione percentuale, da un
anno all'altro, quasi irrilevante. Anche per questo motivo la critica
ha mosso qualche obiezione al Programma nazionale di riforma, che fissa
l'obiettivo da raggiungere al 15-16%, ancora troppo distante
dall'Europa. (da ItaliaOggi di Antonello Di Lella)
redazione@aetnanet.org