“Cosa rispondere ai
Dirigenti Scolastici, agli Amministratori locali, al personale della
scuola, ai genitori che chiedevano cosa fare dopo lo scempio perpetrato
per il terzo anno consecutivo dai provvedimenti del Governo che ha
voluto “essenzializzare” la scuola pubblica anche a Benevento?”: questa
la domanda che si pone il segretario provinciale dell'Flc Cgil,
Vincenzo Delli Veneri, in avvio della nota diffusa agli organi di
informazione, cui ovviamente la parte sociale risponde che “che questo
era il momento della protesta “Se non ora quando”.
Assemblee in tutte le scuole, gazebo informativi, fino
allo sciopero generale del 6 maggio che assumeva come centrali i temi
della conoscenza e il disastro che l’azione della Gelmini stava
realizzando sulla pelle dei nostri giovani ipotecando il loro futuro.
Tutto nel silenzio degli altri sindacati che hanno sostenuto
l'impossibilità di intervenire evitando qualsiasi forma di protesta con
la promessa (elettorale?) della Ministra prima di 30.000 immissioni in
ruolo, poi di 60.000, infine di 65.000. Ma se questo era l’obiettivo
nobile della Gelmini perché – si chiede Delli Veneri con chiaro
riferimento alla realtà locale - consentire, contro le sue stesse
leggi, di determinare classi con 31 alunni, anche in presenza di alunni
disabili e in quartieri difficili, chiudere plessi scolastici di
campagna, da cui non è facile raggiungere la scuola del capoluogo, non
garantire il tempo scuola richiesto dai genitori, soprattutto per il
tempo pieno?.
Cos’altro rimane della scuola beneventana?
E questo è solo l’anticipo di quello che succederà con gli Istituti
superiori che vivranno la “riforma” (…riordino?) con un ulteriore
taglio di 1.081 posti per la sola Regione Campania. Meno ore
laboratoriali per tecnici e professionali, in dubbio il conseguimento
della qualifica professionale triennale, netta separazione tra i
percorsi liceali e quelli tecnico-professionali.
Preoccupante la situazione della sicurezza: non è possibile riempire in
questo modo le classi di scuole che, nella maggior parte dei casi, non
ha aule idonee ad ospitare un tale numero di alunni.
Ci saremmo aspettati che, come in altre regioni, fosse lo stesso
Ufficio scolastico Regionale e quello Provinciale a denunciare questa
impossibilità “a fare scuola” con i numeri imposti dalla Gelmini. In
altre regioni il “Provveditore” non esclude che si debba, in qualche
caso, far sloggiare dirigenti e segreterie per allocarli nei corridoi e
ricavare quindi aule più capienti.
Da noi c’è silenzio e distanza da questi problemi.
A settembre 2011 verranno tagliate 19.700 cattedre. Per la FLC CGIL si
tratta di tagli illegittimi.
L’ufficio vertenze della CGIL ha impugnato avanti al TAR del Lazio la
Circolare ministeriale 21/2011 e gli atti adottati dagli Uffici
Scolastici Regionali per dare effettività a questi tagli.
Il ricorso comprende la domanda di sospensione urgente degli atti fino
ad ora adottati dal Miur e dagli Uffici scolastici regionali.
Il Miur, nonostante sia stato già pesantemente censurato con
riferimento alla determinazione degli organici degli anni passati, ha
seguito di nuovo lo stesso iter, già dichiarato illegittimo dalla
magistratura amministrativa che sulla base dei ricorsi ha accolto le
richieste presentate dalla FLC.
Ma perché qualcosa cambi non si può aspettare ci si deve mobilitare
tutti”, conclude Delli Veneri.
(da http://www.ntr24.tv)
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