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Precariato: Il Tribunale riconosce i diritti degli insegnanti precari della scuola

Rassegna stampa
Tredici insegnanti della provincia di Livorno saranno inseriti in ruolo e dovranno ricevere gli arretrati di quanto economicamente non gli è stato riconosciuto. Questa la decisione del giudice Magi sul ricordo presentato dall'avvocato Marco Guercio. Il Ministero ricorre in appello. Giovanni Bruno dei Cobas Scuola, promotori dell'iniziativa: "Se questa decisione sarà confermata, verrà meno la convenienza economica dello Stato a ricorrere al precariato". E a luglio il Tribunale di Pisa affronterà un uguale ricorso presentato da 170 insegnanti 

Tredici insegnanti precari che lavorano nella provincia di Livorno dovranno essere inseriti in ruolo e ricevere gli arretrati in base al nuovo contratto. A deciderlo con una sentenza, che potrebbe costituire se confermata un "precedente rivoluzionario" per quanto riguarda la questione della precarietà nel pubblico impiego e non solo, è stato in questi giorni il giudice del lavoro di Livorno Jacqueline Monica Magi.
I docenti, rappresentati dall'avvocato Marco Guercio, insegnano in scuole elementari, medie e superiori di Livorno, sono precari da anni ed hanno intrapreso questa iniziativa sulla base di una campagna promossa dai Cobas della scuola. A loro, secondo quanto disposto dal giudice, è stato riconosciuto anche il diritto della relativa anzianità lavorativa.
Il giudice Magi ha così accolto integralmente le richieste dei lavoratori, ma l'avvocatura del ministero dell'istruzione ha già annunciato il ricorso ad appello, e il Ministro Gelmini vuole bloccare da subito questa falla anche perché già si preparano centinaia di cause analoghe.
Il ricorso presentato dall'avvocato Guercio si basava sulla richiesta del rispetto della normativa europea vigente: "Abbiamo studiato molto questo caso e sulla base di alcune sentenze della corte di giustizia europea abbiamo messo in evidenza come si era davanti ad una disparità di trattamento tra i lavoratori precari e quelli di ruolo e come a fronte di contratti a tempo determinato reiterati vi siano tutte le possibilità per la loro trasformazione in un contratto a tempo indeterminato".
"E' vero che nel pubblico impiego in base alla legislazione vigente si accede per concorso - specifica Guercio - ma abbiamo rilevato come questi docenti abbiano fatto un concorso per avere l'abilitazione e siano chiamati ogni anno in base ad una graduatoria".
Si tratterà di vedere ora se la sentenza verrà confermata, vista l'intenzione di ricorrere in appello da parte del Ministero. "Noi speriamo di sì - prosegue l'avvocato Guercio - in quanto riteniamo che vi sono tutti i presupposti. Le rivendicazioni di questi lavoratori si basano anche sul principio costituzionale della giusta retribuzione, visto che parliamo di professori che per anni e anni hanno visto rinnovati i loro contratti senza vedere mai un euro in più".
"Ritengo importante queste sentenza - conclude Guercio - perché riprende l'idea che il precariato è incostituzionale. Non è ammissibile che sia lo Stato stesso, in questo caso nel mondo della scuola, il motore di queste tipologie di rapporti di lavoro".
Soddisfatto Giovanni Bruno dei Cobas Scuola di Pisa che hanno promosso in questi anni la campagna e raccolto le adesioni e le disponibilità per presentare il ricorso: "Questa iniziativa è data dal fatto che vi è un trattamento differenziato anche da un punto di vista economico tra i docenti di ruolo e i precari che di fatto ogni anno ricominciano da capo quando gli viene assegnata una cattedra, ripartendo sempre dallo stesso punto economico, senza che gli vengano mai riconosciuti gli scatti economici".
"Occorre invece - prosegue Bruno - e da qui nasce la campagna per il riconoscimento degli scatti di carriera dal punto di vista economico che poi ha portato al ricorso - che vi sia una omogeneità di trattamento per chi fa lo stesso lavoro, come dice la nostra Costituzione, tanto più che vi è anche una continuità del lavoro visto che c'è chi da anni e anni è precario".
A questa si aggiunge anche un'altra forma di discriminazione esistente nella scuola italiana che l'esponente dei Cobas Scuola mette in rilievo: "Agli insegnanti di religione sono riconosciuti tutti gli anni di precariato agli altri solo una parte, e anche questo viola la necessaria omogeneità di trattamento".
Ma al di là degli aspetti giuridici Bruno sottolinea la valenza ed il significato politico di questa sentenza: "Se venisse confermato questo giudizio, verrebbe a decadere il motivo di utilità e convenienza per cui si tengono per anni i docenti in uno stato di precarietà, ovvero la ragione economica. Infatti un precario costa 6-7 mila euro in meno di un docente di ruolo all'anno, in quanto smette di lavorare e giugno e se gli va bene riprende a settembre. Questa 'convenienza', così verrebbe meno e finalmente si ragionerebbe della stabilizzazione di migliaia di precari".
E dopo il Tribunale di Livorno ad esprimersi nel mese di luglio sarà anche quello di Pisa dove ad aver presentato il ricorso, seguiti sempre dall'avvocato Marco Guercio, sono circa 170 docenti.(da http://sites.google.com/)

redazione@aetnanet.org








Postato il Venerdì, 20 maggio 2011 ore 16:50:00 CEST di Pasquale Almirante
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