L’Anief
propone 17 impugnazioni contro la nuova tabella di valutazione dei
titoli utili ad integrare le graduatorie ad esaurimento e le esclusioni
passate. La scadenza è il 1° giugno, la stessa per il rinnovo imposto
dal Miur. Intanto a Livorno il giudice del lavoro impone l’assunzione
di 13 precari storici.
Per decine di migliaia di precari della scuola il 1° giugno non
rappresenta solo l’ultimo giorno utile per aggiornare la propria
posizione nella graduatoria ad esaurimento dei docenti: quella stessa
data, l’inizio del prossimo mese, è stata scelta dall’Anief, il
sindacato degli educatori in formazione, come scadenza per ricorrere
contro il Decreto ministeriale n. 44 del 12 maggio scorso, attraverso
cui viale Trastevere ha introdotto il nuovo regolamento di gestione
delle ciclopiche liste d’attesa provinciali del prossimo biennio
(destinato a trasformarsi in triennio).
Dopo aver vinto il braccio di ferro con il ministero dell’Istruzione,
sulla questione “pettine-code”, ora il sindacato guidato da Marcello
Pacifico ritiene che per molti precari il decreto di aggiornamento
delle graduatorie ad esaurimento predisposto dal Miur sia ancora
penalizzante: la maggior parte dei 17 ricorsi preparati dal sindacato
verranno mossi per come il Ministero ha deciso di predisporre la nuova
tabella di valutazione dei titoli: si va dal “ricorso per l’inserimento
in I-II fascia con l’opzione della provincia aggiuntiva” a quello “per
il riconoscimento del punteggio di servizio relativo al militare”, “del
punteggio di abilitazione in strumento musicale” e “dei 6 punti
aggiuntivi del titolo SSIS”. Diverse adesioni riscuoterà,
probabilmente, il ricorso che riguarda “il riconoscimento del punteggio
di servizio prestato per più di 180 giorni in più scuole nell’a. s.
2008-2009 e valido per il biennio 2009-2010, 2010-2011". Stesso
discorso per quello attraverso cui si chiede l’assegnazione del proprio
punteggio, a “pettine”, in tutte le province dove si è presenti (quindi
anche 4 anziché 1).
Alcune impugnazioni, invece, puntano a far inserire nelle liste di
attesa i candidati che in passato non ce l’hanno fatta. E che a
distanza di anno non si sono ancora arresi (malgrado le graduatorie nel
frattempo siano non a caso diventate ad esaurimento). Tentare, del
resto, non costa nemmeno cifre impossibili: l’Anief chiede al massimo
150 euro. E visto l’esito delle ultime vertenze, forse, vale davvero la
pena di tentare: l’ultima, fortemente positiva, riguarda ben tredici
docenti precari storici toscani, che un giudice del lavoro di Livorno
dovranno al più presto essere inseriti in ruolo e ricevere un bella
cifra di arretrati. Certo, l’avvocatura del Miur presenterà ricorso e
la battaglia è ancora aperta.
Al di là dell’essere o meno d’accordo con questo genere di tentativi,
viene da chiedersi se può essere questa la strada da percorrere per la
soluzione ai problemi del precariato scolastico. Intanto siamo in pieno
toto-ricorso: il tempo passa, il 1° giugno è vicino.
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