Il decreto sullo sviluppo
economico prevede una quota di immissioni in ruolo dalle graduatorie
vigenti per l’anno scolastico in corso: ovviamente dalle graduatorie
legittime di pettine e non da quelle di coda annullate dai giudici del
Tar Lazio e definite tamquam non essent (come se non esistessero). In
caso contrario, nuovi ricorsi dell’Anief raddoppierebbero le immissioni
in
ruolo.
Certamente, non può essere condiviso dal punto di vista strettamente
giuridico, e quindi realistico, l’interpretazione del redattore del
nuovo articolo di Italiaoggi secondo cui le nuove immissioni in ruolo
retrodatate, autorizzate dal Decreto legge sullo sviluppo economico,
sfuggirebbero all’intervento del commissario ad acta per le attuali
graduatorie ad esaurimento. Sarebbe veramente un intervento criminale,
nel senso di reato penale del termine, quello di assumere da
graduatorie erronee fisicamente ripubblicate dalla stessa
amministrazione: quindi, è evidente che i 3.000 ricorrenti Anief
inseriti in questi giorni a pettine possono da subito aspirare al
ruolo. Potrebbe avvenire, invece, che il Miur non inserisca in
auto-tutela come richiesto dall’Anief nell’ultimo incontro anche tutti
gli altri ricorrenti che in questi due anni hanno reclamato al Tar o al
Presidente della Repubblica lo stesso diritto: Anief sconsiglia
vivamente questa possibile scelta, perché ogni immissione in ruolo
sarebbe illegittima e quindi attribuibile all’avente diritto con un
ricorso d’urgenza, forte della sentenza della Consulta. E ciò
indipendentemente dalla giurisdizione esclusiva sul tema del giudice
ordinario o amministrativo, con l’aggravante, nel primo caso, di
plurimi ricorsi che andrebbero a immettere in ruolo il doppio delle
assunzioni previste dal Mef in questi due anni, al netto di nomine
giuridiche retro-datate. (da Anief)
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