«L'Ufficio
scolastico provinciale non ha autorizzato l'attivazione di nessuna
classe prima a tempo pieno, nemmeno in quelle scuole in cui il tempo
pieno è già una realtà. Sono state respinte tutte le 34 richieste di
prime a tempo pieno, con la conseguente diminuzione di 28 unità
lavorative». Inizia così la denuncia del parlamentare del Partito
democratico, Giuseppe Berretta, a proposito dei pesanti tagli attuati
dal Governo nazionale che anche per il prossimo anno scolastico
colpiranno il mondo della scuola. In particolare, l'esponente dei
Democratici ha presentato un'interpellanza al ministro dell'Istruzione,
Mariastella Gelmini, sul taglio delle prime classi a tempo pieno che si
verificherà nelle scuole catanesi a partire dal prossimo anno.
Una denuncia, in sostanza, che va da aggiungersi a quelle già
presentate in tema di formazione scolastica, e che di certo non servirà
a rasserenare un clima già da troppo tempo burrascoso.
«Sappiamo benissimo, dati alla mano - afferma Beretta
nell'interpellanza - che i tagli al sistema formativo ed in particolare
al tempo pieno hanno provocato riduzioni indiscriminate su tutto il
territorio nazionale ma stanno producendo effetti devastanti nel
Mezzogiorno e in Sicilia, dove la qualità dell'offerta formativa per i
prossimi anni scolastici risulterà notevolmente ridotta rispetto alle
altre regioni. Già nel 2010 il parlamentare del Partito democratico
aveva denunciato la riduzione delle classi a tempo pieno in Sicilia e
nella provincia etnea a causa dei tagli del Governo (allora erano state
41 le richieste avanzate dai dirigenti scolastici e non concesse).
«Dal prossimo anno sarà ancora peggio, i tagli ministeriali si
abbatteranno soprattutto nelle realtà più disagiate, nei quartieri a
rischio in cui si vive un profondo disagio sociale, con altissime
percentuali di dispersione scolastica – sottolinea il deputato Pd –
Nella provincia di Catania la scuola pubblica non avrà la possibilità
di rispondere in modo adeguato alle esigenze espresse dagli abitanti
dei quartieri a rischio dove operano gli Istituti comprensivi "Musco",
"Pestalozzi", "Dusmet", "Brancati", "San Giorgio" e Fontanarossa, dove
il prolungamento dei tempi didattici risponde ad imprescindibili
esigenze formative di crescita culturale dei bambini per allontanarli
dai possibili pericoli di devianza. Di più, i tagli del ministro
Gelmini colpiranno una fascia di utenza che non avrà la possibilità di
ri volgersi al settore privato e si vedrà pertanto preclusa la
possibilità di accedere ad un servizio che non solo rappresenta la
concreta attuazione del diritto allo studio ma, in realtà difficili
come quelle dei quartieri periferici catanesi, rappresenta l'unica via
per fronteggiare evasione scolastica e disagio giovanile crescenti».
Per tutte queste ragioni il parlamentare Pd ha chiesto al ministero
dell'Istruzione di «garantire risorse aggiuntive per l'attivazione del
tempo pieno» e «in considerazione delle particolari condizioni
economiche e sociali in cui operano gli Istituti comprensivi Musco,
Pestalozzi, Dusmet, Brancati, San Giorgio, Fontanarossa, di varare per
questi istituti dei progetti pilota, con l'obiettivo di assicurare
comunque il prolungamento dell'attività didattica». (da
http://www.gazzettadelsud.it)
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