I giudici del
lavoro stavano riconoscendo il diritto al posto fisso per almeno 50
mila precari della scuola. Le prime sentenze erano già state emesse da
alcuni tribunali che avevano ritenuto fondata la richiesta di vedersi
trasformato in contratto a tempo indeterminato gli incarichi di
supplenza su cattedre prive di titolari. Ora però il decreto legge
sullo sviluppo recentemente varato dal governo vanifica anche questa
prospettiva.
“Il decreto-legge in questione – spiega il sindacalista
Pippo Frisone – con sei commi all’art.9 , manda in soffitta le speranze
e le aspettative dei precari. Erano infatti 50 mila gli insegnanti
a spedire entro il 23 gennaio una raccomandata con l’impugnativa
degli ultimi tre contratti, ritenuti illegittimi, in violazione della
direttiva europea n.1999/70 nonché del dlgs. n.368/01. Sul
tavolo del giudice del lavoro stava per abbattersi una valanga di
richieste di trasformazione dei contratti da tempo determinato a
tempo indeterminato, di ricostruzione della carriera,
di risarcimenti. Un contenzioso che avrebbe comportato un onere a
carico del bilancio del Miur ritenuto insostenibile e stimato ben
oltre i 2 miliardi di euro”. Un comma di legge, dunque, che di fronte
al fatto di dover subire un salasso finanziario ha indotto il governo a
ricorrere a un vero e proprio colpo di spugna alle speranze di decine
di migliaia di insegnanti che aspiravano a una cattedra regolare.
Nello stesso decreto legge, peraltro, si definiscono altre importanti
questioni per regolare il reclutamento degli insegnanti nei prossimi
anni: sono riattivate le graduatorie permanenti con la possibilità di
accesso degli iscritti a un’altra provincia, l’impegno dei prossimi
assunti a restare almeno per cinque anni nella sede di nomina senza la
possibilità di chiedere trasferimento o assegnazione provvisoria, ma
soprattutto il piano di assunzione dei precari.
“Al comma 24 dello stesso decreto – continua a spiegare Pippo Frisone
- è previsto un piano triennale(2011/13) di assunzioni a
tempo indeterminato per docenti e Ata sulla base dei posti vacanti
e disponibili in ciascun anno, delle cessazioni e degli effetti della
riforma (leggasi esuberi). Il piano sarà annualmente verificato,
eventualmente rimodulato, fermo restando il regime autorizzatorio
in materia di assunzioni (vale a dire, decide Tremonti). Queste norme
tagliano d’un sol colpo più della metà degli attuali precari sia da
ogni ipotesi di assunzione in ruolo, sia da ogni sviluppo di
carriera. Sono i precari nominati fino al termine dell’attività
didattica (30.6) su posti disponibili solo in adeguamento
d’organico, spezzoni orario, part-time , su posti di sostegno in deroga
ecc… Si parla di 65mila
assunzioni a tempo indeterminato . Ma nel decreto legge non si fanno
cifre, si parla genericamente sui posti annualmente disponibili e
vacanti”.
Insomma, per ora si tratta di un provvedimento di valore soprattutto
propagandistico. Un grande spot pubblicitario (da
IlFattoQuotidiano)
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