"Contrariamente a
quanto sostenuto dal Movimento per l’Italia di Daniela Santanché, nella
persona del coordinatore romano Riccardo Corsetto, i pidocchi non sono
presenti solo nella scuola di via Baccano, nel XX Municipio, ma assai
frequentemente vengono rilevati anche negli istituti romani dei vari
municipi, frequentate o meno da nomadi. Eventuali misure di profilassi
devono quindi coinvolgere tutti, bambini e genitori delle scuole,
indipendentemente dalle diverse etnie". È quanto dichiara il prof.
Fernando Aiuti, presidente della Commissione Politiche sanitarie di
Roma Capitale.
"I pidocchi colpiscono nei cosiddetti quartieri bene di Roma –
spiega il prof. Aiuti - come delle periferie. Non ha senso quindi
raccomandare capelli corti o norme igieniche particolari solo ai
bambini rom. Tra le raccomandazioni errate, prescritte nella nota Mpi
indirizzata alla scuola in oggetto, c’è poi l’utilizzo di shampoo
medici che è stato appurato essere colpevoli dell’aumentata resistenza
del parassita ai prodotti sinora ritenuti efficaci contro la
pediculosi".
"Considerate le notizie poco scientifiche che circolano e i metodi non
validati che vengono oggi proposti – continua Aiuti - la Commissione
Politiche Sanitarie insieme a quella Politiche Scolastiche avvierà a
settembre una campagna di corretta informazione, diretta al personale
scolastico e alle famiglie, sui provvedimenti che devono essere
adottati da tutti per la terapia e prevenzione dei pidocchi".
"La pediculosi nelle scuole non è solo un fenomeno legato al nomadismo
- precisa il prof. Aiuti - ma è diffuso in ogni scuola e in ogni
regione italiana, a Milano come a Torino o Bari, colpendo ogni fascia
di età ed etnie diverse. È presente all’estero: in Europa, Asia ed è
ancora più estesa negli Stati Uniti ove è stato calcolato che si
perdono ogni anno 40 milioni di giorni di scuola solo per la
pediculosi. È indispensabile quindi dare informazioni corrette e
scientifiche quando si tratta di problemi di salute – conclude il prof.
Aiuti - e non utilizzare un problema, come quello dei pidocchi, come
elemento di discriminazione e di eventuale emarginazione".
"Su altri aspetti di malattie infettive trasmissibili invece e
potenzialmente pericolose, come quelle esantematiche e la tubercolosi,
è giusto avere una particolare attenzione specie nei campi rom ove
ancora oggi molti bambini non sono vaccinati. Roma Capitale e Regione
Lazio – informa il presidente della Commissione Politiche sanitarie -
da due anni stanno facendo programmi di prevenzione e diagnosi precoce
di queste malattie e hanno avviato programmi di vaccinazioni
obbligatorie, oltre alla profilassi nei campi rom, cosa che fino al
2008 non era mai stata effettuata in modo sistemico". (AGENPARL)
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