Lo studio di Swg
commissionato da RadioArticolo1: i tg non hanno considerato la protesta
del 6 maggio "un momento significativo delle vicende socioeconomiche
dell'Italia". A parte il Tg3, per gli
altri è stato "un evento inutile"
La maggioranza dei telegiornali "ha scelto di non considerare lo
sciopero generale proclamato dalla Cgil come un momento significativo
delle vicende socioeconomiche dell'Italia". E' quanto emerge dallo
studio presentato oggi (11 maggio) dal presidente di Swg, Maurizio
Pessato, nel corso di uno speciale "Dallo sciopero ai referendum: i
silenzi della Tv" in onda su RadioArticolo1.
I notiziari italiani, quindi, non hanno valorizzato lo sciopero
del 6 maggio e hanno deciso "di sentirlo come uno dei momenti che
giornalmente il fluire degli eventi di una società propone". La ricerca
si concentra su 30 edizioni monitorate nell’arco della giornata. La
scansione ha coperto le aree: della mattina, del mezzogiorno, della
sera e della notte a seconda della programmazione dell’emittente.
La presentazione delle osservazioni
Le prime valutazioni possono essere date sulla base della presentazione
di due serie di dati: la posizione della notizia relativa allo sciopero
nei titoli di testa e il tempo dedicato all’illustrazione della stessa.
La posizione definisce una gerarchia delle notizie. Non è l’unico
elemento ma inizia a formare, nell’utente, uno schema lungo l’asse
dell’importanza. La TABELLA 1 descrive le diverse collocazioni
dell'evento.
L'indagine si sofferma sul comportamento dei notiziari. Il TG 1 non da
la notizia nei titoli al mattino ma durante lo svolgimento, la tiene
poi in posizioni non di primo piano. Il TG 2 (non ha la mattina) offre
la notizia come seconda a mezzogiorno e poi non ne parla più nelle
edizioni successive. Il TG 3 da il massimo rilievo in tutte le edizioni
meno che in quella della sera dove la propone al 3° posto. Il TG 5
mette l’evento in quarta posizione in tutte le edizioni e la sera in
terza. Studio aperto, nelle due uscite che ha, colloca lo sciopero al
quarto posto a mezzogiorno e nel corpo del giornale la sera. TG 4
sceglie un basso profilo a mezzogiorno ne a sera e recupera la notizia
la notte. Il TG 7 apre con un certo rilievo la mattina poi scivola a
mezzogiorno e non da la notizia nell’edizione della sera.
Si va, pertanto, da una linearità di comportamento, scegliendo una
media importanza, nella definizione della gerarchia della notizia per
quanto riguarda il TG 1 e il TG 5; a una sostanziale reticenza, con
forme diversificate, del TG 7, del TG 4, di Studio aperto,
del TG 2; a una posizione di “servizio” (notizia denotata) di SKYTG 24
e RAI News 24; a una significativa informazione del TG 3.
La durata, pertanto, diviene un ulteriore elemento della costituzione
dell’importanza della notizia. Non abbiamo definito una specifica
misurazione in quanto può essere in parte fuorviante; la lettura,
infatti, della notizia va fatta puntando maggiormente sull’esposizione.
In ogni caso le testate che hanno presentato maggior linearità scelgono
di assegnare tra il 6 e l’ 8 % del tempo complessivo all’avvenimento.
Le altre meno e il TG 3 sta tra il 15 e il 20%.
La TABELLA 2 descrive il contesto della notizia.
Altre angolature sono essenziali per cogliere la possibile decodifica
dello spettatore; dal tenore della notizia, alla costruzione del
messaggio, al confronto con gli altri avvenimenti.
In primo luogo va osservato il tenore della notizia. A parte
l’impostazione del TG 3 che puntava a motivare l’iniziativa della Cgil
e a raccogliere elementi di spiegazione, gli altri TG tendevano a
proporre lo sciopero come inutile. Gli elementi sono:
• la reiterazione (“è il 4°, il 1° di Susanna
Camusso”);
• lo slogan “fisco e lavoro” senza altre indicazioni
degli obiettivi;
• l’assunzione di 67.000 precari della scuola da
parte del governo in accordo con i sindacati Cisl e Uil
• l’approvazione del decreto sullo sviluppo;
• le interviste a Bonanni, Sacconi e Gelmini
• la probabile esiguità dei numeri dei partecipanti
Questi elementi sono facilmente reperibili con maggiore o minore
presenza in tutte le edizioni.
In secondo luogo si segnala la costruzione del messaggio. Anche dei
dati oggettivi possono essere rappresentati con una certa accezione,
tale da suscitare una presa di distanza da quanto viene proposto. In
questo caso si individuano alcuni passaggi:
• l’incipit della notizia proponeva quasi sempre il
tema del caos dei trasporti e il disagio per i cittadini
• le frasi di Susanna Camusso erano quasi sempre
legate alla tassazione delle "grandi ricchezze (o patrimoni) e delle
rendite finanziarie"; mancavano altri messaggi
• l’apertura a Cisl e Uil era bilanciata dalla
segnalazione della "solitudine" della Cgil e dei successi degli altri
sindacati
Ne consegue, continua la ricerca, una presentazione che sceglie di non
valutare l’elemento affermativo di una manifestazione e, partendo da
questo punto di vista, verificarne il percorso, gli esiti e gli
stimoli. Non necessariamente positivi ma origine di un aggancio per la
relazione. Si preferisce, invece, quasi sempre, partire dall’assunto
della negatività di quanto messo in atto; all’utente, poi, tocca
costruire da una base indirizzata.
Infine è interessante notare l’assemblaggio delle notizie. La
realizzazione, di fatto, del confronto con quanto accade di diverso
dallo sciopero. Infatti possono accadere delle cose che sono di una
tale rilevanza che sovvertono un ordine gerarchico possibile.
Tre sono gli elementi che ritroviamo in tutte le edizioni e che hanno
una portata per i riflessi sugli italiani. La vicenda di Bin Laden sia
per le sue implicazioni internazionali che per la continua, ora dopo
ora, proposta di novità; tale fatto richiede aggiornamenti continui e
servizi da varie parti del mondo. A questo si aggiunge la situazione
siriana. Poi vi è la questione degli sbarchi a Lampedusa, anche in
questo caso è un continuo modificarsi della situazione e un crescere
degli arrivi con implicazioni evidenti per i cittadini. Infine si parla
delle posizioni del governo sullo sviluppo economico.
In serata si aggiunge la nota del Capo dello Stato sulla nomina dei
sottosegretari che fa fibrillare il mondo politico. A parte queste
tematiche che investono l’immaginario collettivo o la politica
italiana, le altre notizie, che prendono molto tempo disponibile del
telegiornale, segnalano che lo sciopero generale è stato considerato
come un evento di ordinaria amministrazione, conclude lo studio. (da
http://www.rassegna.it/)
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