«Sulla
valutazione non si torna indietro. E’ il punto di partenza per avere
una scuola migliore. In tutti i paesi più avanzati funziona così». Il
ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini sa che nelle scuole ci
sono focolai di protesta e che in molti si apprestano a boicottare i
test Invalsi che partono da oggi per misurare quanto ne sanno gli
alunni italiani di matematica e italiano. Ma preferisce «non fare
polemiche e guardare oltre».
Ministro la protesta c’è, è innegabile, ma
lei non sembra voler arretrare di un passo sulla valutazione
«Bisogna avere il coraggio di cambiare. Perché senza la valutazione non
è possibile verificare la qualità del sistema, capire le criticità,
apportare miglioramenti. Quelli che boicottano i test sono in pochi.
Solo alcuni sindacati più radicali sono contrari. Ma non voglio fare
polemica, andare allo scontro. Voglio solo che sia chiaro che con la
valutazione non vogliamo punire nessuno, ma apportare miglioramenti al
sistema. I test dell’Invalsi servono innanzitutto agli stessi docenti a
cui mettiamo a disposizione uno strumento per fare meglio. E comunque
sulla valutazione hanno lavorato tutti i ministri dell’Istruzione
dall’autonomia scolastica in poi, senza differenze fra destra e
sinistra. È evidente che questa è un’esigenza trasversale».
Per le prove Invalsi ci sono novità in vista. Più test per tutti?
«Certamente vogliamo estenderne l’uso e dall’anno prossimo intendiamo
portare la prova nazionale anche alla maturità, così come è già
accaduto all’esame di terza media. Abbiamo già dato mandato
all’Istituto nazionale di valutazione di studiare la tipologia di test
che richiede dei tempi lunghi di preparazione. Una prova oggettiva
all’esame di Stato serve anche per mettere un freno a quella esplosione
ingiustificata di 100 e lode che si registra ogni anno con
distribuzioni anomale sul territorio. Mentre, altra novità, sempre dal
2012, vogliamo introdurre all’esame di terza media una prova nazionale
di inglese che affiancherà quelle che già ci sono per italiano e
matematica. E poi vogliamo estendere il test ad altre materie anche al
di fuori degli esami. Pensiamo di cominciare dalle scienze nella scuola
primaria. Il sistema di valutazione è in fase di potenziamento e stiamo
investendo molto su questo».
I docenti, però, temono di essere giudicati e valutati in base agli
apprendimenti dei loro alunni. Chi critica i test dice che servono
anche per dividere i prof in buoni e cattivi, le scuole fra quelle di
serie A e di serie B, è così?
«No, e lo dimostrano i progetti sperimentali di valutazione che stiamo
chiudendo a Napoli, Torino e Milano. Lì per valutare i docenti e
premiare i migliori non stiamo tenendo conto dei risultati sugli
apprendimenti ma di altri fattori».
Quando si conosceranno i risultati di quelle sperimentazioni?
«A giugno chiuderemo la parte sui docenti e premieremo i migliori».
Tornando ai test che partono oggi, c’è un’altra critica che emerge. Gli
studenti delle superiori devono compilare un questionario con dati
personali, si temono violazioni della privacy
«I risultati dei test Invalsi vengono trattati in modo statistico,
aggregato, utilizzando procedure definite in un codice per il
trattamento dei dati, sottoscritto col garante della privacy. Gli
studenti e le famiglie non hanno nulla da temere».
Infine c’è chi non crede nello strumento dei test. Per esempio oggi
alle superiori tutti i ragazzi faranno la stessa prova di matematica
senza distinzione di indirizzo. Come si può ottenere una valutazione
oggettiva senza differenziare le prove?
«Le prove Invalsi misurano le competenze, non le nozioni conosciute dai
ragazzi. E a prepararle non sono persone avulse dal sistema scolastico.
La costruzione delle prove è realizzata dall’Invalsi sulla base di
quanto previsto dalle Indicazioni nazionali (i programmi, ndr) e con il
coinvolgimento diretto di gruppi di insegnanti, esperti disciplinari e
ricercatori che nella predisposizione dei test seguono precise linee
metodologiche adottate peraltro anche a livello internazionale».
(da Il Messaggero di Alessandra Migliozzi)
redazione@aetnanet.org