Anche il Pd
ha solleva dubbi sui punteggi dei precari di alcune province. Parola di
Mario Pittoni. Che non demorde, anzi rilancia con un quesito: «Alla
luce del riconoscimento, implicito nella risposta fornita dall’on.
Ghizzoni, del problema dei superpunteggi poco chiari, che nel
malaugurato caso di riapertura delle graduatorie dei docenti precari
scatenerebbero l’assalto a tutti gli spazi di insegnamento del
Centro-Nord scalzando i docenti attuali, riformulo la domanda: Il Pd è
disponibile a offrire il suo contributo al varo di un provvedimento
legislativo che, in attesa della riforma del reclutamento dei docenti,
escluda dall’aggiornamento periodico i trasferimenti da una provincia
ad un’altra?».
Non cede il senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in
commissione Istruzione del Senato, e rilancia la proposta formulata a
Manuela Ghizzoni, capogruppo Istruzione del Pd alla Camera. «La
parlamentare – spiega Pittoni – ci ricorda che sui punteggi dubbi (gli
iscritti in alcune province hanno un numero di punti anche
doppio rispetto ad altre) il Pd ha pure “presentato interrogazioni per
approfondire il problema”. Riconosciuto dunque anche dal Pd che il
problema esiste, gli chiediamo di non tradire le indicazioni date nella
passata legislatura: compatibilmente con la situazione economica, si
deve puntare al più alto numero possibile di stabilizzazioni, sulla
base delle scelte fatte fare agli insegnanti nel 2007, e cioè sulle
liste attuali. Occorre inoltre evitare il caos del “tutti contro
tutti”, che genererebbe la riapertura delle graduatorie, a suo tempo
dichiarate ad esaurimento, e quindi chiuse, in attesa del nuovo
reclutamento che darà lo stop definitivo ai punti facili». Pittoni, che
si è visto bocciare il progetto di congelamento delle liste, sottolinea
la necessità di conferire la prima tranche di immissione in ruolo,
prevista per il 2011, dalle graduatorie attuali, fatti salvi i diritti
di coloro che hanno vinto i ricorsi alla giustizia amministrativa
facendosi patrocinare dal sindacato Anief e anche da una miriade di
altri studi legali che hanno vinto la battaglia sui principi del merito
e della mobilità. Due principi sacrosanti, quasi lapalissiani, che
peraltro sono stati sempre utilizzati, se non fosse che nel 2007 il
governo (Prodi) aveva invitato centinaia di migliaia di lavoratori a
fare una scelta di campo obbligandoli a scegliere una provincia che
avrebbe dovuto essere definitiva, blindando le graduatorie, divenute a
esaurimento, con una norma che vietava il tasferimento di provincia, se
non a pena di finire in coda. La Gelmini ha poi moltiplicato per tre il
problema concedendo tre province ulteriori in cui collocarsi in coda.
Questi meccanismi sono poi stati dichiarati illegittimi ed è singolare
che oggi proprio i primi artefici di quella novella normativa,
fortemente sponsorizzata da talune organizzazioni sindacali (che ora
stanno alla finestra), nel dare una clamorosa sponda alla Lega della
Gelmini, contestano alla Lega di Pittoni un atteggiamento
“incostituzionale e razzista” riuscendo facilmente con questo
escamotage mediatico a conquistare il favore della stampa che riassume
in uno slogan quella che invece si prefigura come l’ennesima indecente
guerra tra lavoratori separati in casa da un “divide et impera” che
nella scuola, mancando una coscienza di classe mel popolo dei precari.
Questi ultimi sono sempre pronti a saltare sul carro dei politici che
si dimostrino disposti a regalare qualche norma di favore (si pensi
solo agli scambi di ringraziamenti tra i docenti meridionali e l’on
Ghizzoni o alla promessa di votare la Lega da parte di altri, se il
Carroccio riuscirà a congelare le graduatorie) che aggiunge caos a
caos, invece di pretendere serietà da una classe politica che di scuola
non ha mai capito nulla. “I precari devono svegliarsi e passare
alla lotta politica seria e non alle richieste e alle elemosine”, tuona
Manuel Cecchinato, già coordinatore nazionale del Cps, e ora membro dell'Associazione Scuolandia di Treviso, che teme per la sorte delle
graduatorie a un passo da una possibile abrogazione. La non validità
delle graduatorie è peraltro annunciata dalla bozza del Dm relativo
all’aggiornamento delle graduatorie a esaurimento, che circola in rete
da qualche giorno, laddove si ribadisce “l’assenza di una esplicita
scelta di campo del legislatore tesa a confermare la valenza giuridica
delle graduatorie ad esaurimento”. Cecchinato invita tutti alla
“sveglia prima che accada il prevedibile: già l’on. Aprea voleva
buttarle giù (anche Fioroni, aggiungiamo noi, ndr) ora Pittoni le vuol
conciare come sapete bene”. Che deve accadere ora? si chiede
Cecchinato. “Secondo me le chiuderanno in un modo o nell'altro e i
precari devono, lo ripeto, passare alla lotta politica e a dire a tutti
che nessuno li rappresenta più”.
Vincenzo
Brancatisano
vi.bra@fastwebnet.it