Non ce l’ha
fatta, l’on Pittoni, a congelare le graduatorie dei docenti precari. Le
liste, da cui si accede agli incarichi annuali e alle immissioni in
ruolo, saranno aggiornate a maggio e si ispireranno al principio del
“pettine”, auspicato da alcuni e temuto da altri. Temuto, a Modena da
migliaia di professori che vedranno peggiorata la propria posizione,
fino alla rinuncia definitiva al ruolo e addirittura fino
all’espulsione dal mondo del lavoro proprio alla vigilia delle
imminenti immissioni in ruolo annuciate ieri, a vantaggio di un
esercito di colleghi provenienti da altre zone d’Italia, soprattutto
dal Sud dove i tagli hanno lasciato senza lavoro insegnanti pronti a
fare la valigia. Si tratta di professionisti muniti di un punteggio
molto alto soprattutto perché insegnano da molti più anni ma anche,
stando alla denuncia del leghista Pittoni, perché sono dotati di punti
di servizio “regalati” da scuole private e punti ottenuti con la
partecipazione “al mercimonio di costosi corsi
online”.
Mario Pittoni, membro leghista della Commissione Istruzione della
Camera, giunto a Modena nei giorni scorsi su invito della Gilda, aveva
promesso davanti a un’assemblea affollata che si sarebbe battuto con
tutte le forze per impedire l’aggiornamento delle graduatorie, che
secondo varie sentenze dei giudici amministrativi, indotte da vertenze
vinte dal sindacato Anief e anche dalla Corte Costituzionale devono
consentire a ciascun aspirante di esservi inserito secondo il punteggio
di merito (a pettine, appunto) e non “in coda” come invece è successo
con l’ultimo aggiornamento di due anni orsono quando si applicò il
principio della “coda” che ha fatto finire in fondo alle liste i
docenti che avevano scelto tre province ulteriori (tra esse anche
Modena) rispetto a quella principale, a dispetto della titolarità di
punteggi altissimi, che hanno potuto spendere solo nelle rispettive
graduatorie provinciali di domicilio. E poiché in queste ultime, spesso
situate in zone depresse dal punto di vista occupazionale, non c’è più
lavoro, si teme un’ondata impressionante di migranti della conoscenza
calamitati dalle città del Nord ma soprattutto dalla provincia di
Modena, da sempre considerata un’ottima piazza visto l’enorme numero di
cattedre tradizionalmente vacanti. E’ questo uno dei danni della
mancata stabilizzazione di massa sui posti senza titolari, caldeggiata
dai cultori del risparmio (peraltro fittizio poiché i precari vengono
ugualmente pagati), che non si preoccupano della conseguente e
disastrosa discontinuità didattica e della tragedia che si abbatte
periodicamente sulle famiglie di migliaia di professionisti. Per
congelare le liste serviva una legge, ma le preoccupazioni elettorali
sollevate dai parlamentari dei collegi meridionali hanno spinto la
maggioranza a soprassedere, senza considerare che molti meridionali nel
2007 avevano fatto una scelta di vita trasferendosi qui una volta che
le graduatorie furono trasformate da Prodi e Bastico in definitive
“graduatorie a esaurimento”. Che ora però si riaprono. Così, dopo
l’incontro avvenuto ieri tra i sindacati e i tecnici del ministero
dell’Istruzione, s’è deciso anche che sarà possibile scegliere solo una
provincia e non più quattro. Intanto sono stati sciolti i dubbi in
merito all’immediato inserimento a pettine dei 105 precari “forestieri”
che si trovano in coda e che a differenza di tanti altri hanno fatto
ricorso al giudice ottenendo di scavalcare i colleghi modenesi e di
essere immessi in ruolo. I tecnici di via Rainusso proprio in queste
ore (si è cominciato dalle elementari) stanno rifacendo le graduatorie
a beneficio dei ricorrenti, i quali saranno da subito inseriti a
pettine. Questo significa che sopravanzeranno i colleghi con effetto
retroattivo e otterranno il ruolo se in posizione utile, non si sa
ancora se togliendolo a chi lo aveva ottenuto. E’ il caso, per il
momento, di 10 maestri, nei prossimi giorni ed entro il 2 maggio si
saprà di più per gli altri. (da Gazzetta di Modena
di Vincenzo Brancatisano )
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