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Umanistiche: Storia & misteri. Sandokan, personaggio storico

Eventi
In occasione del centesimo anniversario della morte di Emilio Salgari, vorrei rendere un piccolo omaggio al « padre degli eroi » presentando la base storica del suo personaggio più noto, Sandokan. Nei suoi libri del « ciclo malese », Salgari fornisce qualche indizio per rintracciare il personaggio storico che gli forni' la base per la « Tigre della Malesia », ovvero Sandokan.
Nel primo romanzo del ciclo, « Le tigri di Mompracem », che inizia nella tempestosa notte del 20 dicembre 1849, il suo « fratellino bianco » Yanez raccontava a Marianna, la « Perla di Labuan » : « egli è di stirpe reale e non è un pirata, ma un vendicatore. Aveva vent'anni quando sali' sul trono di Muluder , un regno che trovasi presso le coste settentrionali del Borneo. Forte come un leone, fiero come un eroe dell'antichità, audace come una tigre, coraggioso fino alla pazzia, in poco volger di tempo vinse tutti i popoli vicini estendendo le proprie frontiere fino al regno di Varauni e al fiume Koti. 
 Quelle imprese gli furono fatali. Inglesi e olandesi, gelosi di quella nuova potenza che pareva volesse soggiogare l'intera isola, si allearono al sultano di Borneo per fiaccare l'audace guerriero. L'oro dapprima e le armi più tardi finirono per squarciare il nuovo reame... ».  L'insegna di Sandokan e dei suoi « tigrotti » era « una grande bandiera rossa, con nel mezzo una testa di tigre ». (Muluder è una scrittura alternativa per Marudu, baia del nord-est del Borneo, per un periodo Stato indipendente, e Varauni sta per Brunei).
In seguito a quegli eventi, ci racconta Yanez, Sandokan perse l'intera famiglia e si trasformo' in pirata per vendicarla. Salgari torno' sul tema delle origini di Sandokan in un successivo romanzo, « Sandokan alla riscossa », dove fa riconquistare al suo eroe il trono di famiglia. In quest'opera la capitale del regno perduto e riconquistato viene posta sulle rive dell'immaginario lago Kini Balù, nei pressi della reale montagna Kota Kinabalù,, sempre nel nord-est del Borneo e presso Marudu.
Dopo lo sterminio della famiglia di Sandokan, il trono era stato usurpato da un « Rajah bianco », o « Rajah del lago », il cui nome resta misterioso, che era riuscito a sottomettere le locali tribù Dayache (Iban), i « tagliatori di teste ». Salgari fa dire al suo eroe, raccontando del massacro dei suoi : «sono trascorsi circa vent'anni da quell'epoca funesta e da due secoli i Sandokan, che appartenevano a una casta guerriera del levante bornese, dominavano sul trono del Kini Balù ».
La studiosa tedesca Bianca Maria Gerlich, nel corso di viaggi e ricerche sui luoghi descritti da Salgari, ha dapprima scoperto che la bandiera rossa con la testa di tigre era l'insegna di Syarif Osman (o Sherif Osman, o Sherip Usman), che sfido' la potenza inglese e il « Rajah bianco » di Sarawak, James Brooke, il nemico di Sandokan nei romanzi di Salgari, venendo sconfitto nella battaglia di Marudu (del cui omonimo Stato era il capo) il 19 agosto del 1845. La Gerlich, intervistando persone del luogo, scopri' che il numer due di Syarif Osman era un certo SANDOKAN!
Costui era un capo  di una certa importanza nel nord-est del Borneo, forse anche lui di ascendenza araba come Syarif Osman, appartenendo alle famiglie »Hadrami », di origine yemenita. Le notizie della Gerlich sul Sandokan storico, di cui riporta varie differenti trascrizioni (Sindukung, Sandukung, Sandokong, Sandukan) sono confermate da altre fonti. In particolare, James Francis Warren precisa come il nord-est del Borneo, soggetto all'influenza del vicino Sultanato di Sulu (oggi nelle Filippine), comprendesse anche il sultanato del Kinabatang, nel bacino del fiume omonimo, il cui capo fu, nella prima metà del XIX secolo, Sandukur, evidentemente una scrittura equivalente al Sandokan/Sandukung della Gerlich, data l'esatta coincidenza di tempo, gesta e luogo.
Sandukur, o Sandokan, divenne estremamente ricco grazie al commercio dei nidi di rondine, ingrediente prelibato e ricercato nella cucina cinese; si trattava dei nidi delle rondini salangane, o rondini di mare, di cui esisteva un'abbondantissima riserva nelle caverne di Gomantan, o Gomantong, situate proprio nei domini di Sandokan, non lontano dall'attuale città di Sandakan. La quasi omonimia non è casuale, significando « pegno scaduto », con riferimento a una concessione del Sultano di Sulu ormai acquisita dal beneficiario, che ne prese il nome.
La città di Sandakan fu fondata molti anni dopo la vita di Sandukur/Sandokan, e pochi anni prima che Salgari scrivesse il suo primo romanzo. Nella sua biblioteca Salgari possedeva anche un'opera intitolata « Le rondini salangane », quindi non gli sfuggiva l'importanza che esse avevano nel commercio del nord-est del Borneo e la potenza che derivava dal controllo delle riserve dei loro nidi da parte della famiglia di Sandukur, o Sandokan.
Sandukur è ricordato per aver combattuto molte battaglie in difesa dei suoi domini del Kinabatang, e per aver esercitato un rilevante potere navale fra le isole Sulu e lo stretto di Malacca, ma era già anziano al tempo della battaglia di Marudu del 1845, nella quale al suo fianco, probabilmente, combatterono suo figlio Ebey (secondo una genealogia riportata dalla Gerlich, un nipote, ma secondo altre fonti, figlio) e il figlio di Ebey, Samah.
Quest'ultimo è ricordato nella storia del nord-est del Borneo, l'attuale Stato del Sabah in Malaysia, per essersi strenuamente opposto al dominio inglese, ovvero della North Borneo Chartered Company, NBCC.  Il nord-est del Borneo, già rientrante nella sfera di influenza del Sultanato delle isole Sulu, occupato poi dagli spagnoli che, quindi, avanzarono pretese su quella vasto zona della grande isola, era oggetto non solo delle mire inglesi, del Brunei, del Sarawak e degli olandesi, ma anche degli americani e degli italiani, che progettarono di stabilirvi una colonia penale. Il Console statunitense a Brunei, Charles Lee Moses ottenne nel 1865 la concessione di tale territorio dal Sultano di Brunei, cedendola ben presto al compatriota Joseph William Torrey, che si fregio' del titolo di « Rajah di Ambong e Marudu ».
Torrey, nel 1875, cedette i suoi diritti ad un tedesco, Console dell'impero austro-ungarico a Hong Kong, Gustav von Overbeck, che, dopo essersi denominato « Maharajah di Sabah e Rajah di Gaya e Sandakan » finalmente lascio' le sue concessioni ala NBCC, nel 1881. Samah ebbbe a che fare, quindi, almeno con tre « rajah bianchi » del nord-est Borneo, cosi' come Sandokan ebbe a che fare con il "Rajah bianco" che aveva usurpato il trono di famiglia,, e sia il personaggio storico che quello letterario si confrontarono con i « Rajah bianchi » di Sarawak, non solo James Brooke, il nemico di Sandokan e di Syarif Osman,, ma il nipote e successore Charles Johnson Brooke, che aveva partecipato, da giovane ufficiale della Royal Navy, alla battaglia di Marudu del 1845.
Mentre Syarif Osman mori' subito dopo la battaglia, suo figlio Sherif Yassin divenne il rajah della regione del fiume Labuk : è interessante notare che Salgari, in « Sandokan alla riscossa, fa dire al suo eroe : « ho bisogno innanzi tutto di assicurarmi la neutralità del Rajah di Labuk, per mettere al sicuro i nostri legni. Un giorno a quel piccolo principe pirata ho reso un servigio e spero che non se lo sarà scordato ».
Samah fu finalmente ucciso nel febbraio del 1884, difendendo i domini e le prerogative della sua famiglia dalle mire della NBCC. Il nome complete di questo resistente contro il colonialismo era: Pengiran (principe) Samah bin (figlio di) Ebey bin Sandokan (o differenti trascrizioni).
Come l'eroe salgariano, aveva circa vent'anni all'epoca della distruzione dello Stato di Marudu, discendeva da una dinastia di Sandokan, casta di guerrieri del levante bornese, capi di popoli dediti anche alla pirateria, e si battè strenuamente per la difesa dei diritti della sua gente contro « rajjah bianchi » e colonialisti inglesi, eventi storici per i quali è tuttora ricordato in patria. La magica penna di Emilio Salgari ne ha fatto un eroe per varie generazioni di lettori, italiani e di tutto il mondo. (di Antonio Trinchese da http://www.agenziaradicale.com/)

redazione@aetnanet.org








Postato il Domenica, 24 aprile 2011 ore 14:30:00 CEST di Pasquale Almirante
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