Ho un forte
attacco di misoginia. La Gelmini è donna; una mamma-professoressa è
presidente (di figura) del consiglio di Istituto dove mi trovo; su 9
componenti il gruppo centrale INVALSI otto sono donne; si chiama
Carmela Palumbo il direttore generale per gli Ordinamenti Scolastici e
l’Autonomia Scolastica, che in data 20/04/11 ha firmato la nota
prot.n. 2792 con le precisazione sul SNV – Rilevazione degli
apprendimenti a.s. 2010/2011.
Aetnanet è stata puntualissima nell’informare sul tema delle prove
Invalsi ed io stesso sono intervenuto il 6 marzo u.s. reagendo ad un
articolo dell’avv. di Stato Paolucci (ancora una donna!).
Il 14 marzo 201, Francesco Mele ci faceva sapere che lo scritto
della Paolucci risaliva ad un convegno del 2009! Oggi non voglio
tediare i miei 25 lettori ripetendo degli argomenti già esposti e
reperibili nel web. Rimango nella mia convinzione già argomentata in
marzo e continuo a leggere la normativa sulla somministrazione e
valutazione delle prove nazionali come spettanti all’ente Invalsi e ai
suoi “affiliati” e per questo pagati. I docenti non siamo né tesserati
né dipendenti dell’Invalsi.
Gentile Direttore Carmela Palumbo,
la sua nota-Miur avrei preferito che non fosse stata firmata da Lei, ma
dal titolare del ministero. Lei non mi convince nelle sue tre fitte
pagine di parole contraddittorie. Conosco bene i miei doveri di docente
e non ho bisogno che sia lei a ricordarmeli. Farebbe bene a mettersi in
testa che ogni prestazione di lavoro “incentivata” non può essere
obbligatoria. Lei scrive e sostiene : “Ferma restando l’assoluta
pertinenza sotto il profilo giuslavoristico con le mansioni proprie del
profilo professionale, il riconoscimento economico per tali attività
potrà essere individuato, in sede di contrattazione integrativa di
istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente C.C.N.L.”.
Secondo questi due articoli il lavoro delle prove Invalsi sarebbero
compensato ai docenti con indennità e somme a carico del fondo di
istituto. E qui casca l’asino/a. Vuol dire che, secondo il contratto,
essendo incentivate sono attività non obbligatorie ma optional della
professione docente. Nel rispetto della legge 25 ottobre 2007, n° 176 i
docenti della scuola media già da qualche anno somministrano la prova
Invalsi nazionale agli esami di Stato. Ma questo non accade ancora
nella secondaria e per il diploma di maturità.
Tutte le norme citate da Lei si riferiscono all’ente Invalsi, alla sua
identità, i suoi compiti e interventi nella scuola italiana: il d.p.r.
275/99 art.10, comma 1; la legge delega 28 marzo 2003, n.° 53; il d.
legis. 19 novembre 2004, n.° 286 art. 1, c. 2; la direttiva
ministeriale n°74 del 15 settembre 2008; e soprattutto la legge
n.°10 del 26 febbraio 2011 che definisce le componenti del Sistema
Nazionale di Valutazione, quale necessaria infrastruttura al servizio
delle scuole. Non ci può incantare con le sue argomentazioni fumogene.
Lei scrive che “Gli esiti della rilevazione esterna mettono, inoltre,
il collegio dei docenti di ciascuna scuola nella condizione di disporre
di ulteriori dati per svolgere a pieno la funzione prevista dall’art.
7, comma 2, lett d) del d.lvo 297/94 (valutazione periodica
dell’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne
l’efficacia e proposta delle misure per il miglioramento dell’attività
scolastica)... Quindi apparirebbero quantomeno improprie le delibere
collegiali che avessero ad oggetto la mancata adesione delle
istituzioni scolastiche alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti,
non solo in quanto esorbitanti dalle competenze deliberative proprie
del collegio dei docenti elencate dall’art. 7 del d.lvo. 297/94, ma
soprattutto perché in contrasto con la doverosità delle rilevazioni.”
Dott.ssa Palumbo, Lei che dirige gli ordinamenti per l’autonomia
scolastica si vada a rileggere bene le prerogative del collegio dei
docenti in fatto di didattica! Finché non c’è una legge che ha
carattere vincolante per i docenti, non sarà la sua nota prot.n. 2792,
che toglierà l’autonomia e l’indipendenza alle Istituzioni scolastiche!
Prima di salutarla le faccio sapere che io personalmente ho la fortuna
di insegnare in una seconda superiore, scelta come classe campione. Per
questo arriverà un osservatore esterno a somministrare, correggere e
valutare la prova, come da protocollo Invalsi. La dea bendata mi
ha evitato di fare polemiche il 10 maggio 2011 alle ore 11 per
l’Italiano. Per questo difendo la categoria dei “fannulloni”.
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com