La scuola
pubblica italiana perde un altro pezzo. Dallo scorso 13 marzo, ma la
notizia è emersa solo in queste ore, Piero Cipollone si è dimesso dalla
carica di presidente dell'Invalsi, l'Istituto nazionale di valutazione
che nelle ultime stagioni per conto del ministero dell'Istruzione ha
verificato il livello di apprendimento degli studenti italiani e ha
costruito alcuni esami di Stato e diverse prove finali. Cipollone,
punto di riferimento dell'ente, da alcuni mesi viveva a Washington,
dove svolgeva il compito di rappresentante per l'Italia della Banca
mondiale (è uno dei ventiquattro direttori esecutivi). Le dimissioni
del presidente dell'Invalsi arrivano a ridosso della scadenza del
Comitato di indirizzo dell'istituto e i lavoratori denunciano ora "una
situazione di forte criticità e di incertezza di governo". Sono in
scadenza molti contratti dei lavoratori precari interni: l'Invalsi,
infatti, ha solo ventidue dipendenti stabili. Tutto il personale
(ricercatori, collaboratori tecnici e amministrativi) è entrato in
stato di agitazione e domani protesterà davanti alla sede del
ministero.
Piero Cipollone era stato nominato presidente dell'Invalsi il 4 agosto
2008 e in questi due anni aveva guidato l'attività dell'Istituto nella
fase di rilancio della rilevazione dei livelli di apprendimento degli
studenti. Prima di approdare alla scuola è stato ricercatore del
Servizio studi della Banca d'Italia, dove ha svolto anche un'attività
di rappresentanza presso
università estere.
(di Corrado Zunino da Repubblica.it )
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