Una correzione dei
conti pubblici per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 «va
fatta». Ma «quella richiesta all'Italia è la più bassa del mondo». Lo
ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti alle commissioni
Bilancio di Camera e Senato, nell'ambito di una serie di audizioni
preliminari all'esame del Documento di economia e finanza (Def). Subito
dopo l'ok del Parlamento, ha detto il ministro, il Governo tradurrà in
azioni quanto indicato del Def. I numeri (stime di crescita e andamenti
conti pubblici) contenuti nel Documento di Economia e Finanza, sono
«prudenziali» e «realistici», ha detto il ministro, e «pensiamo che
saranno approvati dall'Europa, dalla Commissione Ue e dai nostri
partner».
Correzione da 15 miliardi
La correzione dei conti pubblici che il governo italiano dovrà fare nel
biennio 2013-2014 sarà di almeno 15 miliardi, pari allo 0,5% del Pil
per ciascun anno, ha detto Tremonti rispondendo a un parlamentare che
ricordava che la Banca d'Italia ha parlato di correzioni per oltre 35
miliardi nel 2013-2014, pari al 2,3% del Pil. Tuttavia, ha precisato,
«tutto dipende da come andrà l'economia nel prossimo
biennio».
Interventi per Sud, opere pubbliche ed edilizia
«Adotteremo le prime azioni e riguarderanno il meridione, le opere
pubbliche, l'edilizia privata, la riduzione dei costi per le imprese.
Questo è il primo blocco che adotteremo nei prossimi giorni. Ma la
nostra azione non si fermerà a questo». E il ministro ha citato la
riforma fiscale.
La riforma fiscale non è semplice
«Non è semplice» fare la riforma fiscale, ha detto il ministro,
ricordando che «un solo paese la sta mettendo in cantiere ed è il Regno
Unito. Negli altri paesi non si pianificano le riforme fiscali. Noi ci
stiamo lavorando con fortissimo impegno e cominciamo ad avere grandi
linee su cui operare».
Necessaria una maggior crescita
L'Italia può e deve fare di più sulla crescita economica. «In Italia -
ha affermato Tremonti - sicuramente dobbiamo fare di più e possiamo
fare di più. La crescita è stata dell'1,3%, esattamente come quella del
modello inglese, con un deficit al 4,6%, cioè meno della metà del
deficit inglese». Nel quadro economico italiano si pongono degli
obiettivi di necessaria, maggiore crescita, «ma sui numeri non vedo
grandi differenziali, salvo il caso della Germania». Il titolare
dell'Economia ha anche ricordato che l'Italia è «un paese duale» che
cresce a due velocità. A chi chiedeva informazioni sul credito di
imposta a favore della ricerca, oggi al 50%, Tremonti ha risposto che
«il prossimo decreto conterrà il credito d'imposta del 90% perchè
riteniamo che ci sia il margine per finanziare nel modo più efficace la
ricerca fatta nelle Università e negli Istituti».
La Cdp non è uno strumento di finanza creativa
La Cassa Depositi e Prestiti é «uno strumento utile per la crescita»,
ha detto Tremonti. Il ministro ha quindi respinto la critica secondo
cui la Cassa rientrerebbe nella finanza creativa: «Modelli equivalenti
esistono in Francia, Spagna e Germania».
Nucleare: il maleficio può essere generale
«Il beneficio in bolletta è locale, ma il maleficio può essere
generale», ha detto Tremonti riferendosi alla decisione del Governo di
fermare il nucleare. «Sul nucleare va fatta una profonda riflessione
anche dal lato economico». Va fatta «la contabilità del debito
nucleare: i costi del decommissioning, quanto è assicurabile. Se hai
nucleare hai un beneficio attuale, ma se hai problema hai un
maleficio». Di fonti rinnovabili, ha detto il ministro, «é certo che se
ne dovrà discutere».
Gli immobili per abbattere il debito sono la via giusta
Tremonti ha sottolineato che la vendita degli immobili pubblici per
abbattere il debito è «una via giusta, ma la questione va vista nel
contesto europeo, per avere l'approvazione». Ora si monterà uno
strumento finanziario che raccolga i beni per poi metterli sul mercato.
«Ora - ha detto il ministro - possiamo riprendere quel percorso: fermo
che ai fini dell'abbattimento prima lo devi fare e poi lo puoi
scomputare».
Aperti ai contributi delle forze politiche, economiche e sociali
Nella discussione sul piano delle riforme e il Def (documento di
economia e finanza) il governo, ha detto Tremonti, è aperto a ogni
«importante» contributo che arriverà dalle forze politiche di
maggioranza e di opposizione e da parte delle forze economiche e
sociali. A condizione che le proposte vengano scritte nella nuova
logica del semestre europeo. Quindi, «se oltre alle proposte del
governo - ha detto il ministro - vengono fuori anche proposte del
Parlamento scritte nella specifica metrica europea» ben vengano. «Dalle
forze politiche di maggioranza e opposizione e dalle forze economiche e
sociali - ha insistito - tutti siamo in attesa di documenti. Siamo
pronti a recepire tutto ciò che di importante verrà da questa
discussione».
Fassina: Tremonti corregga i documenti di finanza pubblica
Per il responsabile economia del Pd, Stefano Fassina, «dopo aver negato
per giorni, il ministro Tremonti riconosce la necessità di una manovra
correttiva per il 2011 e il 2012. A questo punto dovrebbe correggere
anche i documenti di finanza pubblica da lui presentati e attendere il
voto del Parlamento prima di inviarli a Bruxelles, come prevede la
legge. A tale scopo dovrebbe insistere, come ha fatto oggi il Pd con il
presidente Schifani, affinchè la prossima settimana il Senato lavori e
voti la risoluzione sul Programma nazionale di riforma». (di
Nicoletta Cottone da IlSole24Ore)
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