Dalla sicurezza
stradale e personale al consumo di bevande alcoliche e sostanze
stupefacenti, dai comportamenti sessuali al tempo libero ed agli
interventi di educazione sanitaria e sessuale. Il “Progetto attiva
giovani” dell’Asp di Palermo ha analizzato abitudini, affetti,
motivazioni, preoccupazioni, difficoltà ed inquietudini giovanili.
L’indagine, realizzata dall’Azienda Sanitaria di Palermo (Asp), in
collaborazione con l’Associazione per Mobilitazione Sociale Onlus,
l’Istituto Don Calabria e la Società cooperativa “La Lucerna”, ha
coinvolto 1011 studenti di età compresa tra 15 e 20 anni, di 12 scuole
superiori di città e
provincia.
Dall’indagine, finanziata dall’assessorato regionale alla
famiglia, è emerso, in particolare, che il rapporto degli studenti con
la scuola è soddisfacente (il 77% degli intervistati non è mai stato
bocciato). Frequenti sono, invece, gli episodi violenti o di bullismo
con il 24,1% che ha dichiarato di essere rimasto coinvolto nell’ultimo
anno in uno scontro fisico ed il 15,5% che ha rivelato di avere
ricevuto danneggiamenti o furti all’interno dell’Istituto, mentre il
2,3% ha detto di non essere andato a scuola per timore di aggressioni
ed il 2,7% di essere stato aggredito o minacciato almeno una volta con
coltelli o altre armi.
La maggior parte degli studenti (il 66,8%) ha sperimentato almeno una
volta il fumo della sigaretta. L’età “d’esordio” è in generale tra i 13
ed i 14 anni, ma il 6% ha iniziato a fumare prima dei 10 anni.
Largamente diffuso l’uso e spesso l’abuso di bevande alcoliche: sono il
72,9% coloro i quali hanno “bevuto” almeno una volta nella loro vita
con una prevalenza dei maschi (83,1%) rispetto alle femmine
(67,3%). Rimane rilevante anche il consumo di sostanze
stupefacenti con un quinto degli studenti che ha dichiarato di avere
provato la marijuana. Tra coloro i quali hanno fatto uso di cocaina (il
2,8%), molti hanno svelato di averlo fatto “per sentire sensazioni
forti”.
Quasi la metà degli adolescenti ha avuto un rapporto sessuale completo
e tra questi il 51% ha svelato di avere avuto la prima esperienza
tra i 13 ed i 14 anni. Interessanti anche i dati emersi sulle “nuove”
dipendenze e sul gioco d’azzardo. La quasi totalità degli intervistati
possiede un telefono cellulare ed un computer a casa con collegamento
ad internet e, in media, 9 ragazzi su 10 hanno un profilo personale su
un social network. Quattro intervistati su 10 giocano, invece,
d’azzardo in locali pubblici.
“Si tratta di un’indagine approfondita e completa – ha sottolineato il
direttore generale dell’Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta –. Il
progetto ha coinvolto, oltre ad operatori dell’Asp, soggetti del
privato sociale ed insegnanti, ma nell’iniziativa hanno svolto un ruolo
attivo anche le famiglie che hanno seguito uno specifico percorso
formativo. Lo studio rappresenta una base di partenza per interventi
specifici e mirati”.
“Il rischio è, sicuramente, una dimensione necessaria e di crescita per
i giovani - – osserva Alberto Pellai, medico ricercatore all'Istituto
di Igiene e Medicina preventiva dell'Università di Milano -. Questa è,
infatti, un’area della vita che risponde principalmente a tre bisogni
fondamentali del giovane che sono l’identità, la felicità e
l’appartenenza. In generale, emerge che, l’area di assunzione del
rischio, oggi è più generazionale che geografica. Dal punto di vista
geografico, invece, questi dati rilevano che al Sud il rapporto
che le ragazze hanno con il corpo è meno problematico e poi, sul piano
del consumo delle sostanze, c’è un minore consumo di droghe pesanti
rispetto al Nord”.
“Per quanto riguarda gli episodi di bullismo che accadono dentro la
scuola, luogo deputato alla socializzazione dei ragazzi – ha
detto Marco Marchese, coordinatore della ricerca - questo dato ci
spinge a pensare la necessità di una stretta collaborazione con le
scuole per creare momenti di confronto ed avviare progetti destinati ai
ragazzi per migliorare le loro capacità di comunicazione, il clima di
classe e lo spirito di gruppo”.
“E’ rilevante ed allo stesso tempo preoccupante l’età della prima
sperimentazione sia dell’alcol sia di sostanze stupefacenti - ha
spiegato Roberto Gambino, referente aziendale per la progettazione – i
dati rappresentano una base di partenza per intervenire in una duplice
direzione: sul disagio giovanile e sulla promozione di campagne di
educazione alla salute ed a corretti stili di vita”.
“I dati confermano pure la precocità di inizio dell’attività sessuale –
ha affermato Francesca Cappello, responsabile dell’Unità operativa
territoriale Salute della donna e del bambino dell’Asp – gli interventi
di informazione e prevenzione devono, quindi, essere avviati sin dalla
scuola media inferiore con un coinvolgimento più efficace di insegnanti
e famiglia”. (da http://affaritaliani.libero.it/)
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