Le
difficolta' che i giovani italiani incontrano nel trovare
un'occupazione sono legate "al deficit di competenze pratiche della
scuola" e a un "sistema educativo" che, insieme ai "cattivi maestri" li
induce verso percorso di studio "non richiesti dal mercato". Lo ha
dichiarato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in collegamento
con Repubblica Tv. (AGI)
"Quello del mancato raccordo tra mondo della formazione e mercato del
lavoro è un fenomeno che nasce da un problema strutturale del Paese".
Così Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, in
un'intervista a LABITALIA, commenta la proposta del presidente del
Censis, Giuseppe De Rita, di creare un grande piano nazionale per la
formazione sul posto di lavoro per uscire dalla
precarietà.
Il nostro Paese - ricorda - è quello che registra il
maggior numero di persone con titoli di studio bassi, eppure la maggior
parte ricopre un ruolo che richiede competenze ben al di sotto del
titolo conseguito".
"Questa situazione - rimarca - è lo specchio di un modello di sviluppo
italiano che è di bassa qualificazione. E non si può pensare di
risolvere il problema dicendo che ci sono i tirocini o gli stage; anche
perché stiamo parlando di falsi tirocini e falsi stage. Siamo in
presenza di fenomeni di lavoro mascherato".
"Non si può semplicemente dire - denuncia il sindacalista - che si
impara lavorando. Soprattutto frequentando i tirocini attuali".
Per Fulvio Fammoni, inoltre, "è stato un grave errore depotenziare la
formazione tecnica. La lotta al precariato dei giovani si può vincere
partendo dalla scuola, intrecciando la formazione con il lavoro. E'
dunque necessario risolvere il problema strutturale che presenta il
nostro Paese nel settore della formazione". (Labitalia)
redazione@aetnanet.org