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News: Cosa vuol dire essere madre normale non può essere il presidente a dirlo. E Dio ci liberi se si crede testimonial della famiglia. Lettera alle mamme

Opinioni
Care Mamme
Amiche mie, tante volte ci siamo parlate, scritte confrontate, sono Rosalinda Lo Presti Gianguzzi, mamma, insegnante, pedagogista, e oggi nella mia nuova veste di autrice di un libro che parla di educazione..
Colei che lo scorso anno cercò di spiegare alla Gelmini cosa vuol dire essere una madre normale, con le sue gioie e le sue innumerevoli difficoltà.
Ancora oggi, mi trovo a denunciare con forza una politica cattiva consigliera, contraria alla famiglia, e  che cerca per l’ennesima volta di spiegare a noi vuol dire essere VERE madri.
Siamo state insultate nuovamente, ma questa volta l’insulto pesa di più, perché arriva dal nostro Presidente del Consiglio, che in un messaggio inviato alla riunione dell'Associazione nazionale delle mamme a Padova, si è scagliato ancora contro la scuola pubblica.
Il Presidente vuole insegnarci cosa vuol dire essere genitori, ci vuole raccontare quali sono i  valori buoni da insegnare ai nostri figli, e Dio ci liberi, magari ne vuole essere il testimonial.
Ci porta a paragone le sue Ministro, come esempi di madre: io con grande umiltà ritengo che il Presidente e i suoi Ministri, non possano insegnarci niente.
La mia personale impressione è che quei valori, che ci dicono che la scuola pubblica “inculca” e che sono di sinistra, sono valori che fanno paura al nostro governo.
La scuola pubblica insegna a pensare, perché il pensiero è libero, e dove ci sono interessi economici, non può esserci libertà.
L'unica scuola LIBERA, termine utilizzato da Berlusconi ed i suoi per designare la scuola PRIVATA, che già dal suono sapientemente omesso, rimanda ad interessi altri, è quella pubblica.
Chi paga una retta, non paga solo  per un servizio offerto, ma pensa spesso di pagare per poter dettare legge, tutto ciò snatura il rapporto educativo.
Gli insegnanti della scuola pubblica, non sono perfetti, ma non lo siamo neanche noi genitori, e chi oggi continua ad insegnare, malgrado la campagna diffamatoria che è in atto, malgrado deve fare il lavoro per i supplenti che mancano, in classi pollaio, senza i soldi per qualunque cosa, a volte in scantinati, o con vetri rotti, o che vi piove dentro, con stipendi da operai e qualifiche e percorsi di studio da manager, con gli scatti di anzianità bloccati, rendendo conto anche di rimproveri, che non hanno traumatizzato mai nessuno,  forse, un po’ di considerazione in più la merita.
Tutti pensiamo di poter fare meglio, ma spesso dovremmo trovarci nelle situazioni per giudicare.
So inoltre per certo che e a prescindere, se scegliamo o meno di mandare i nostri figli alla scuola pubblica, dobbiamo lottare per avere ancora la possibilità di scegliere.
Ciò significa che non possiamo accettare che vengano tolti 8 miliardi alla scuola pubblica, perché scadendone la qualità, non abbiamo nessuna scelta, vogliono costringerci a mandare i nostri figli alla scuola privata.
E questo è un risparmio per lo stato, come qualunque altra privatizzazione.
La scuola privata ci offre così,  maggiore sicurezza, garanzie di incolumità, servizi che vengono incontro alle esigenze orarie della nostra famiglia che il governo ci nega come diritto nella scuola pubblica.
Non  offre però insegnanti reclutati tramite concorsi, libero insegnamento, unico capace di formare il libero pensiero.
La verità è che la scuola privata costa meno allo Stato, anche con il bonus.
E' questo il nodo della questione, e per noi deve essere offensivo, che il luogo in cui si formerà la nuova classe dirigente del nostro paese, sia limitato da interessi economici.
Il diritto non può essere negato per soldi, o come merce di scambio, per imbonire la Chiesa cattolica, maggiore beneficiaria degli incentivi alle scuole private. E lo dico da cattolica.
La scuola deve essere libera e gratuita, anche se non vogliamo mandarci nostro figlio,  per quel bambino, magari extracomunitario, che potrebbe essere il medico più preparato, che potrebbe scoprire le cure  di un male incurabile, se solo gli si offrissero uguali opportunità.
La scuola non è di sinistra, è di alunni, famiglie ed insegnanti , e noi dobbiamo riprenderci il diritto di decidere per essa, tutti insieme, perché noi la viviamo.
Non abbiamo bisogno di nessun bonus, ci serve una scuola totalmente gratuita  e di qualità.
Perché il bonus, che ricordo vietato dalla Costituzione,  favorirà senza distinzione, a pioggia, la scuola privata che lavora bene e il diplomificio, per i figli pigri ed annoiati di facoltosi professionisti, o povera gente pronta ad indebitarsi, purchè il figlio abbia un “pezzo di carta”, anche non meritato.
La televisione inculca valori sbagliati, la scuola educa, con mille pecche, che si affrontano con investimenti, con una formazione iniziale adeguata, con attenzione nel delicato processo di reclutamento, con il dialogo con chi la vive, e non con tagli.
E soprattutto con il rispetto della legge, come le innumerevoli sentenze contrarie a questo  Ministero della (pubblica) istruzione, richiedono  e del nostro futuro.
E il futuro sono i nostri figli.

Rosalinda Lo Presti Gianguzzi









Postato il Domenica, 17 aprile 2011 ore 11:30:33 CEST di Pasquale Almirante
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